Ilva, governo pronto a bocciarele richieste di Regione e Comune

diFrancesco Strippoli

Si attende la risposta da Roma ai 21 punti presentati dalle amministrazioni pugliesi rispetto al danno ambientale e sanitario causato dall’acciaieria

Oggi arriverà la risposta del governo e sarà negativa. L’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni respingerà la bozza dell’accordo di programma avanzato dalla Regione e dal Comune di Taranto con lo scopo di arrivare ad un accordo e ritirare il ricorso al Tar (presentato dalle due istituzioni locali) contro il cosiddetto decreto ambientale che regola la vendita e il funzionamento dell’Ilva. I tecnici di Palazzo Chigi e dei ministeri interessati (Salute, Ambiente, Sviluppo economico) hanno lavorato fino a tarda sera per formulare la risposta da inviare alla Regione e al sindaco di Taranto. Sarà molto dettagliata e replicherà punto per punto alle molte istanze avanzate dalla Puglia. I dettagli non si conoscono, ma si sa che non sarà una chiusura completa.

Non accordo di programma, ma protocollo d’intesa

Il governo è pronto ad accogliere solo alcune delle sollecitazioni pugliesi, facendole entrare nel testo del protocollo di intesa offerto dal governo (e presentato prima che Regione e Comune formulassero la loro proposta). Si intuisce, dunque, che la prima obiezione sarà di natura formale. Il governo non ritiene che per chiudere il contenzioso si debba stipulare un «accordo di programma» (una sorta di contratto tra enti pubblici) e sia più opportuno stipulare un «protocollo di intesa». Il primo è più stringente - potrebbe dire il governo - ma il secondo è uno strumento più duttile, soprattutto è aperto all’eventuale intervento di soggetti privati. Per inciso: l’accordo di programma di Regione e Comune (chissà perché) non prevede il coinvolgimento del ministero della Coesione e del Mezzogiorno: il protocollo di intesa invece lo prevede. Ma questo è un dettaglio. La sostanza è da ricercarsi altrove: nella gran mole di richieste avanzate dalla Regione e dal Comune di Taranto. Il governo risponderà con un motivato diniego praticamente su tutti i 21 articoli della bozza pugliese.

Solo alcuni punti «accoglibili»

Pronuncerà un assenso solo su alcuni punti considerati «accoglibili». Sembra che il via libera possa arrivare sulla parte sanitaria della proposta inviata a Roma dalla Puglia. È possibile che il governo accolga la sollecitazione a prevedere l’«impatto sanitario» dell’autorizzazione integrata ambientale (quest’ultimo è l’atto impugnato davanti al Tar di Lecce). È una questione complessa e controversa. Gli enti locali chiedono la valutazione dell’«impatto sanitario». Cioè uno studio da realizzarsi ex ante, prima della messa in atto delle condizioni previste dall’autorizzazione. Regione e Comune non si accontentano neppure dell’ipotesi di valutazione del «danno sanitario», che è un giudizio espresso ex post, dopo la messa in opera delle attività autorizzate. Si vedranno oggi nel dettaglio le decisioni del governo e si vedrà la replica della Regione e del Comune. L’ipotesi più probabile, in presenza del rifiuto di Roma, è che permanga il ricorso al Tar degli enti locali. «La nostra controproposta - aveva detto nei giorni scorsi il governatore Michele Emiliano - non è molto dissimile dal protocollo (avanzato dal governo, ndr). In alcuni passaggi siamo stati molto esigenti: nella bozza è contenuto tutto ciò che ci era stato chiesto dalle associazioni ambientaliste, dagli organismi di vigilanza, dagli assessorati alla Sanità e all’Ambiente, dall’Arpa e dall’Aress». È prevedibile che la battaglia continui.

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23 gennaio 2018 2018 ( modifica il 23 gennaio 2018 2018 | 18:00)