Mezzogiorno, 1 marzo 2018 - 09:57

M5s, la srl con Stefanazzi
E la consulenza con Spina

Si scopre sempre più vasta la rete di rapporti tra Dell’Olio, candidato M5S, e i fedelissimi di Emiliano. Lui sui social: «Con il capo di gabinetto contatti finiti». Centrodestra scatenato: inaudito asse con il Pd

di Vito Fatiguso

shadow

Emiliano con Spina, candidato alla Camera del Pd
Emiliano con Spina, candidato alla Camera del Pd

BARI - Il legame degli «amici» di business Claudio Stefanazzi (capo di gabinetto di Michele Emiliano) e Gianmauro Dell’Olio, candidato del Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale di Bari al Senato, fa discutere. E pone interrogativi soprattutto di opportunità politica. Se non altro perché il braccio operativo in Regione di Emiliano resta nella società di consulenza Nextnow, avviata nel 2010, che i tre soci (oltre a Gianmauro c’è anche il fratello Gioacchino Dell’Olio) declassano in una realtà «congelata» e «senza operatività».D’altronde, in presenza di una mancanza di lavoro, è difficile comprendere le motivazioni alla base del mantenimento in vita della società. È lo stesso Stefanazzi (coinvolto nel 2013 in un’inchiesta sul fotovoltaico a Sternatia quando era legale rappresentante della Puglia Energia) ad aver chiarito: «Voglio tenermi le strade aperte. Ho piena fiducia e stima per i Dell’Olio. Siamo uniti da un vero rapporto di amicizia». Aspetto che il candidato del Movimento 5 Stelle, in un lungo post su Facebook, interpreta in maniera restrittiva: «Con Stefanazzi è rimasta una sincera amicizia e una stima professionale, ma ci tengo a sottolineare che proprio da quel momento, sia i miei contatti personali che societari con l’avvocato sono terminati. Del tutto. Per me e mio fratello acquisire le sue quote societarie comporterebbe una spesa onerosa che non abbiamo potuto sostenere».Dall’Olio, tra l’altro, figura nella lista dei consulenti del Comune di Bisceglie (giugno 2017, valore 10 mila euro) per un piano di revisione complessiva delle aziende partecipate. Il Comune, fino a settembre scorso, era guidato da Francesco Spina, un altro fedelissimo di Emiliano (candidato del Pd alla Camera nel collegio uninominale di Molfetta e nominato nel consiglio d’amministrazione di InnovaPuglia).

Ad aprire le danze delle reazioni è Rocco Palese, deputato di Forza Italia, che attacca: «Il bluff dei candidati 5 Stelle ai danni degli elettori diventa ogni giorno più imbarazzante. Dopo i bonifici promessi e non effettuati, ora spunta in Puglia un candidato 5 Stelle socio in un’azienda con il capo di gabinetto del presidente della Regione. Sembra di essere su Scherzi a Parte e ci auguriamo che gli elettori comprendano il bluff di personaggi che raccontano pubbliche bugie per nascondere fatti privati e reali che superano anche l’immaginazione». «Ci stupisce il silenzio dei vertici del M5S sia a livello locale sia a livello nazionale — aggiungono Filippo Melchiorre e Marcello Gemmato di Fratelli d’Italia — in merito alla vicenda confermata dai diretti interessati. Ai vertici chiediamo, per una questione di opportunità, di ritirare la candidatura: è inaudito scoprire che gli sbandieratori dei sani princìpi siano soci in affari con il partito che governa la Regione Puglia e che proprio qualche giorno fa ha strizzato l’occhio al M5S». Sull’argomento interviene Antonella Laricchia (consigliera regionale) nonché referente organizzativa del «rally per andare al governo» di Di Maio (quest’ultimo ha scelto il nominativo di Dell’Olio). «Eravamo informati sul caso Stefanazzi — spiega Laricchia — e per noi non è una violazione». Laricchia, sulla gestione dell’Acquedotto Pugliese (targata Emiliano-Stefanazzi-De Sanctis), ha presentato un esposto in Procura denunciando presunte anomalie di gestione e sprechi in consulenze. Il Dell’Olio socio di Stefanazzi? Per l’esponente pentastellato non è un problema. «Non ha rapporti d’affari con la Regione», conclude Laricchia. Prende posizione anche Massimo Cassano (Forza Italia): «Gli uomini e le donne dello statista Di Maio professano purezza evitando di mischiarsi politicamente con altri partiti, ma ci fanno gli affari insieme. Naturalmente che male c’è? Emiliano che caccia il neo grillino Nicola Canonico dall’Acquedotto, può però contare sulla blanda opposizione dei 5Stelle in Consiglio regionale. Opposizione tanto sospettosamente blanda che il “reggente” di Puglia, in un moto di affetto apre ai grillini e allo stesso statista Di Maio, dicendosi pronto ad un’alleanza post elettorale e ignorando le direttive del partito di cui fa parte, il Pd. Che male c’è?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT