Legge partecipazione senza soldischiaffo al governatore Emiliano

diFrancesca Mandese

Niente finanziamenti per la normativa voluta dal presidente
Messaggio all’ex magistrato, la maggioranza riboccia la norma

Emiliano contestato a Lecce

Emiliano contestato a Lecce

Il «tradimento» arriva a notte fonda e suona come un segnale forte e chiaro al presidente Michele Emiliano. La legge regionale sulla partecipazione tanto cara al governatore pugliese, impugnata dal governo davanti alla Consulta nella parte che riguarda la consultazione con i cittadini anche per le grandi opere statali sul territorio regionale, nel 2018 non avrà neanche un centesimo di finanziamento. Il voto a scrutinio segreto chiesto dai gruppi di opposizione del centrodestra e dei 5 Stelle sull’emendamento presentato dai capigruppo di maggioranza Sabino Zinni (Emiliano Sindaco di Puglia) e Paolo Pellegrino (La Puglia con Emiliano) ha dato come risultato 24 contrari e 18 favorevoli, con 2 astenuti sui 44 consiglieri presenti in aula. Neanche la riduzione da 800 a 300 mila euro di finanziamento è stata sufficiente a ribaltare il voto già espresso in commissione il 19 dicembre, dove il «no» di Donato Pentassuglia (Pd) era risultato determinante per la prima bocciatura.

Il giorno dopo, in pochi vogliono commentare. Paolo Campo, capogruppo del Pd, parla di «incidente». «Era l’esito che non ci auguravamo — dice — e non aiuta il percorso di dialogo nella maggioranza. Non si tratta di un decreto di Emiliano, ma di una legge approvata in Consiglio e troveremo il modo per darle gambe, sostanze e risorse. Se qualcuno ha voluto mandare un messaggio al governo regionale ha sbagliato». Paolo Pellegrino (La Puglia con Emiliano) invoca una verifica e dice: «Lo scarso coraggio politico di coloro che hanno votato contro la maggioranza celandosi dietro il voto segreto è un evidente segnale di inaffidabilità. Il presidente Emiliano dovrà riflettere e avviare una verifica puntuale sulla sua maggioranza per proseguire nella seconda parte di mandato». In tanti, poi, attribuiscono l’«incidente di percorso» alle tensioni di una campagna elettorale già entrata nel vivo, ma Emiliano sminuisce parlando di «segnali di fumo che non riesce a cogliere».

Di ben altro avviso Erio Congedo, consigliere di Fratelli d’Italia, che definisce la legge «carica di significato politico proprio perché Emiliano si è molto speso per la sua approvazione». La riproposizione in Consiglio dell’emendamento «è stata una forzatura — commenta Congedo — e con il voto segreto sono emersi tutti i mal di pancia del centrosinistra. È un segnale preciso a Emiliano da parte della maggioranza e del suo stesso partito». Esulta il M5S per la bocciatura «di una delle leggi spot del governatore che la dice lunga su quanto la maggioranza consideri questa legge inutile e ipocrita, specie se immaginata da un governatore che non condivide praticamente nulla delle sue scelte politiche».

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26 dicembre 2017 2017 ( modifica il 26 dicembre 2017 2017 | 09:45)