L’Ilva e il voto che spaventa EmilianoIn Consiglio regionalerischia di andare sotto

diFrancesco Strippoli

All’ordine del giorno anche il possibile ritiro del ricorso richiesto da Borraccino. Intanto il ministro Calenda si dice pronto ad «esaminare seriamente le osservazioni di Comune e Regione»

Si deciderà stamattina quale sarà la soluzione migliore: se celebrare il Consiglio regionale (e sottoporsi al rischio di un voto sfavorevole alla linea di Michele Emiliano) oppure far mancare il numero legale e sciogliere la seduta. Si discuterà di Ilva, materia che scotta. Ieri il governatore ha riunito la sua maggioranza per evitare intoppi in Aula: l’operazione è riuscita a metà. Oggi è prevista la votazione di un ordine del giorno presentato da Mino Borraccino (Sinistra italiana). Il documento muove in due direzioni: chiede da un lato il rispetto di tutte le norme regionali a protezione dell’ambiente (limiti diossina, benzoapirene, valutazione del danno sanitario) ma dall’altro sollecita la giunta a ritirare il ricorso contro il decreto ambientale sull’Ilva. Chiede cioè una marcia indietro rispetto alla linea oltranzista del governatore, così come appariva a dicembre quando cominciò in Aula la discussione che oggi viene al voto.

Il governatore: «Prima la salute dei tarantini»

Emiliano, parlando ai cronisti, è drastico: «Non ritirerò mai un ricorso mettendo a rischio la salute dei tarantini - sottolinea - anche se me lo dovesse chiedere il Consiglio. Non è sufficiente, perché ho una delibera ben più importante alla quale rimarrò fedele: l’ho scritto nel programma che l’Ilva deve essere decarbonizzata. I consiglieri possono legittimamente svolgere le loro attività, ma noi rimarremo fedeli al programma». Non basta. Emiliano usa toni anche più aspri e allusivi. «L’Ilva - dice - è abituata a dettare le regole in Regione e al Comune (di Taranto, ndr). Tenterà di portare l’offensiva anche nel Consiglio regionale». Emiliano è preoccupato del voto dell’Aula. Sta negoziando il ritiro del ricorso, dopo aver già deciso lo stop alla richiesta di sospensiva del decreto. Ora si tratta di mettere a punto gli ultimi dettagli. Sarebbe per lui imbarazzante e controproducente proseguire il negoziato con un voto del Consiglio favorevole al ritiro del ricorso. Ossia dell’arma adoperata da Emiliano per indurre il governo al negoziato.

Manovre nella maggioranza

Dalla riunione di maggioranza - disertata da Borraccino - è venuta fuori una linea non chiara. Si è dato mandato al capogruppo pd Paolo Campo di convincere Borraccino a ritirare il documento o almeno il riferimento al ricorso; ma l’esponente di Si ha già fatto sapere che non ci sarà un suo passo indietro. Ma d’altro canto si è deciso che la maggioranza proverà a forzare la mano e votare una mozione che dichiari superata la discussione sul documento di Borraccino (e quello delle opposizioni, meno insidiose). La situazione, ha spiegato sul punto Emiliano, è cambiata profondamente: la Regione ha rinunciato alla sospensiva, non si sono materializzati i rischi di un disimpegno dell’investitore, il governo si è disposto alla trattativa. I gruppi che sono espressione delle liste civiche di Emiliano non faranno obiezioni a questa linea. Pure Mdp è incline a non votare il documento Borraccino. Il Pd era e resta diviso, tra emilianisti e renziani (favorevoli alle iniziative del governo). Tutti, però, ora riconoscono che la situazione è cambiata.

I rischi in aula

Allora non ci sono rischi in Aula? Non è detto. Se si votasse a voto segreto, si potrebbero manifestare le insofferenze verso il governatore. Emiliano lo sa, ieri non è stato tenero con i malpancisti (soprattutto di casa Pd). Ha invitato «i possibili candidati» alle elezioni politiche a «stare calmi» e «non usare l’Ilva per farsi raccomandare nelle candidature». Ieri si è fatto sentire anche il presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano, che ha presentato un ricorso «ad opponendum» per contrastare la tesi della Regione: «Vogliamo - dice - un’Ilva capace di produrre in sicurezza». Intanto, gli staff di Regione e Comune stanno ultimando le proposte per arrivare alla stipula dell’intesa col governo.

Il ministro Calenda aspetta osservazioni

Proposte che il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda si è detto pronto ad esaminare con attenzione, pur non risparmiando frecciate al governatore: «Penso che Emiliano abbia detto chiaramente come la pensa - ha detto il ministro -. Aspetto le osservazioni di Comune e Regione che dovrebbero arrivare oggi, le prenderemo seriamente nel merito, come abbiamo sempre fatto, e gli risponderemo».

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8 gennaio 2018 2018 ( modifica il 9 gennaio 2018 2018 | 13:29)