Mezzogiorno, 1 dicembre 2017 - 09:50

Truffa compiuta nel 2009 in Sicilia
arrestato in Salento il genero di Riina

Qualche giorno prima della morte del boss, Ciavarello aveva lanciato un appello:
«Sono disperato, non ho un centesimo». Con la moglie e tre figli vive a San Pancrazio

di Michele Pennetti

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SAN PANCRAZIO SALENTINO - Non finiscono i guai per i parenti del grande boss

Ciavarello
Ciavarello

della mafia siciliana. I carabinieri della stazione di San Pancrazio Salentino, paese in provincia di Brindisi, hanno arrestato e messo ai domiciliari su ordine di esecuzione pena Antonino Ciavarello, 44enne originario di Palermo, marito di Maria Concetta Riina, figlia del capomafia Salvatore Riina morto due settimane fa. L’uomo, che con la moglie vive nel Comune noto per la produzione di vino Primitivo e Negramaro, deve espiare sei mesi di reclusione in regime di detenzione domiciliare. Ciavarello è stato condannato per una truffa compiuta nel 2009 a Termini Imerese (Palermo).

Il grido di dolore dopo il sequestro dei beni

Proprio nelle settimane scorse lo stesso Ciavarello aveva lanciato un appello: «Ciao a tutti, purtroppo devo chiedere aiuto a tutti quelli che possono darmi una mano, vi prometto che appena mi rimetto in sesto con il lavoro restituirò tutto a tutti o faremo beneficenza per altri bisognosi». Era l’incipit, quasi disperato, di un messaggio in cui Ciavarello sosteneva di essere in grandi difficoltà economiche. Dopo il sequestro dei suoi beni nell’ambito di un’operazione della squadra mobile di Palermo. Scattò persino una raccolta fondi, attraverso il sito collettiamo.it per dare un aiuto economico alla famiglia. L’appello di Ciavarello, che scrisse anche «non me ne vergogno» e «non so delinquere», si chiuse così: «Chi può mi aiuti, ho tre bambini, cerco lavoro ma nessuno me ne dà, per favore datemi una mano, grazie e che Dio vi Benedica».

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