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Chiesa di Portosalvo, ecco il restauro degli interni: le facciate aspettano

diLuca Marconi

Una visita al cantiere col direttore responsabile dei lavori per la Curia. Le schede, 1 e 2

NAPOLI - Sull’onda delle proteste per i ritardi decennali («Portosalvo miniera d’oro ma il restauro non si vede») grazie alla Curia che ha fatto entrare il Corriere del Mezzogiorno nella chiesa seicentesca di Portosalvo - restauro Ambra pagato con parte dei ricavi della pubblicità venduta dalla concessionaria Spm - ecco lo stato dell’arte: terminati i recuperi del soffitto a cassettoni, della cupola e del lanternino partiti nell’ottobre 2016 (autorizzazione della Soprintendenza del marzo 2015) si lavora sulle decorazioni dell’abside e gli affreschi del presbiterio quindi si completerà l’impermeabilizzazione. Una volta in ordine, in chiesa tornerà una tavola di Battistello Caracciolo gia recuperata dalla Soprintendenza di Guglielmo.

Quando Portosalvo aprirà resteranno comunque da recuperare il cassettonato dell’organo, intanto in sicurezza, e dipinti anneriti dal nerofumo e purtroppo il campanile e le facciate esterne rinviate a un nuovo eventuale progetto.

Intanto i restauratori stanno riportando in chiesa gli stucchi originali, ripulendo tutto. Si tratta dell’ultimo progetto triennale di restauro conservativo della chiesa coperta dalla pubblicità, con brevi pause, da almeno dodici anni. Le scarse informazioni sul cantiere e sul progetto avevano spinto i comitati, in particolare quello di Portosalvo nato a ridosso della chiesa, a chiederne conto a Palazzo Reale, inutilmente. Ma risponde l’Arcidiocesi.

La visita al cantiere è con il direttore tecnico responsabile all’edilizia di culto ingegnere Carmine Gravino, il direttore dei lavori per la Curia architetto Giovanni De Pasquale e il direttore tecnico del cantiere Ambra Restauri architetto Gaetano Corradino. Per Portosalvo l’Arciconfraternità cioé l’Arcidiocesi ha sottoscritto «un accordo con Spm» ed «Ambra», azienda accreditata che ha recentemente restaurato il Santuario di Pompei, sui lavori oggetto di questa «fase», progetto seguito dalla Soprintendenza, «la dottoressa Schiattarella, che effettua visite settimanali monitorandone l’avanzamento».

«Parliamo di una struttura chiusa per un decennio», spiegano i direttori tecnici, trovata allagata quindi il recupero è cominciato dalle travi in legno e il consolidamento del cassettonato, assieme al restauro conservativo delle cupole e del lanternino risistemando le “squame” o i tasselli decorativi originari numerati ripuliti e restaurati; le impermeabilizzazioni sono ancora da completare per arrivare a fine ottobre 2018 con la chiesa riaperta al culto.

Resteranno dipinti anneriti da pulire, anche di una certa importanza, e soprattutto le facciate e il campanile da risistemare. «Non erano previste in questa prima fase ma ci stiamo attivando per un nuovo progetto, eventualmente coperto con un anno e mezzo di esposizione pubblicitaria» dice l’ingegnere Gravino dell’Arcidiocesi. Naturalmente con le facciate della chiesa coperte da pubblicità già nel 2015 si nutriva qualche speranza almeno per l’ingresso principale. Secondo la Spm concessionaria questo restauro costerà 600 mila euro, da detrarre dai guadagni della vendita pubblicitaria, invece non quantizzati. Intanto i restauratori stanno lavorando sulle decorazioni, rimuovendo«stucchi sbagliati e aggressivi messi in precedenza» e sul ciclo di affreschi del presbiterio.

Chiesa di Portosalvo, ecco il restauro degli interni: le facciate aspettano

Foto di cantiere mostrano anche lo stato precedente all’intervento. Chiaro il «cattivo stato di conservazione del cassettonato ligneo sul quale appaiono evidenti i sovrapposti strati di finto oro ossidato e impastato», scrive ad esempio l’architetto De Pasquale. Uno scempio, lascia intendere il professionista, che non è chiaro se attribuibile al disastroso tentativo di restauro che ha preceduto questa nuova impresa triennale o a interventi anche più antichi. Il restauro odierno «ha riportato alla luce i colori originari, rimuovendo gli strati impropri e calibrando i toni della rinnovata meccatura» relaziona De Pasquale.

Chiesa di Portosalvo, ecco il restauro degli interni: le facciate aspettano

Per la cupola e il lanternino il direttore mostra le schede d’intervento, autorizzazione della Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio per il Comune e la Provincia di Napoli del 23.03.2015, data inizio lavori 12.10.2016. La descrizione di De Pasquale rende la magnificenza nei dettagli della chiesa dei marinari. «La cupola maiolicata è rivestita di embrici maiolicati sagomati a squama di pesce... La policromia è organizzata in maniera tale da avere, nelle costolonature, le squame di colore marrone e bianco, mentre nei quattro settori, di colore giallo e verde acquamarina. In entrambe le tipologie di colore, l’alternanza cromatica è organizzata in maniera tale da disegnare rombi... Gli elementi risultavano interessati da un fenomeno infiltrativo... proliferazione di vegetazione infestante tra cui la presenza di un piccolo arbusto». Un albero sul tetto della chiesa, come per una nota torre di Lucca (ndr). «Un fenomeno di erosione... formazione di cavità depositi e muschi e licheni...». L’intervento di restauro «ha contemplato la pulitura della superfice in maiolica, l’integrazione delle porzioni mancanti negli apparati decorativi con materiale della stessa natura di quello originario (stuccature con calci e polveri di coccio pesto)...». Così il restauro della lanterna «sulla sommità della cupola maiolicata, struttura a pianta circolare dotata di 4 finestre...a copertura piramidale a pianta ottagonale rivestita da elementi in ceramica riproducenti le squame policrome di colore giallo e verde acquamarina della cupola sottostante... Sulla sommità della copertura una sfera in bronzo sormontata da una croce con freccia per indicare la direzione del vento... Gli elementi risultavano interessati da erosione, cavità, depositi, ossidazione, distacco intonaci...» (qui la documentazione fotografica che mostra la cupola e per la lanterna prima e dopo l’intervento). Un vero peccato che la chiesa sarà restituita con le facciate ancora in rovina e con tele degne di accompagnare la tavola centrale del Battistello Caracciolo sporche di nerofumo.

Chiesa di Portosalvo, ecco il restauro degli interni: le facciate aspettano

Per quanto la chiesa sia popolare anzi marinara, non ha nulla da invidiare alle altre splendide del centro storico patrimonio Unesco, che la Curia sta recuperando - almeno quelle di sua proprietà - coinvolgendo anche privati, «puntando sulla riqualificazione di un territorio vastissimo e cercando di fomentare anche un certo mecenatismo», spiega il direttore Gravino non escludendo un nuovo definitivo piano per Portosalvo. Leggenda vuole che la chiesa fuori Porta di Massa, intorno alla metà del XVI secolo, fosse stata voluta da un marinaio, Bernardino Belladonna, che scampato ad una tempesta coinvolse compagni di mare e armatori. Fu eretta praticamente sul mare, con una palizzata a proteggerla dalle onde. Vi lavoreranno in un sessantennio le migliori maestranze del legno dei marmi e dell’argento. Ad esempio a Portosalvo appartengono arredi del Vinaccia, l’autore dell’ingresso di San Gennaro in città e altri argenti della cappella del Patrono nella Cattedrale di Napoli (opportunamente messi al sicuro altrove). Tra i pittori accanto a Battistello Caracciolo sono stati riconosciuti Giuseppe Baldi o Evangelista Schiano, tra le tele annerite un Sant’Antonio e un San Nicola di Iacopo di Castro. La chiesa inglobata nella colmata del XIX secolo è sopravvissuta ai bombardamenti e i disastri portuali della Seconda Guerra e alla speculazione edilizia sulla Marina; nel marzo 2009 fu candidata al World Monument Watch del World Monument Fund, lista mondiale dei monumenti a rischio per incuria. Con la rinnovata attenzione alla chiesa di fuori porta in tanti continuano a sperare in una restituzione completa e definitiva, degno tassello di un patrimonio monumentale unico qual è quello di Napoli.

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14 febbraio 2018 2018 ( modifica il 15 novembre 2019 2019 | 16:22)