Napoli, gli agguati di camorra via «sms»: così la polizia non ha il tempo di intercettarli

diTitti Beneduce

Tra la conversazione tra i criminali e la lettura da parte delle cimici degli agenti passano dieci minuti: così i killer hanno il tempo di agire. Come nell’omicidio di Salvatore Solla

Lo chiamavano «Banfi» perché aveva una vaga somiglianza con l’attore pugliese. Per ucciderlo gli hanno dato la caccia due giorni, comunicando tra loro via sms senza sapere che la polizia li intercettava. Quei messaggi, la cronaca in diretta di un omicidio, sono confluiti nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Tommaso Miranda notificata nei giorni scorsi a esponenti del clan De Micco di Ponticelli. Salvatore Solla è stato assassinato il 23 dicembre di un anno fa: se la tecnologia avesse consentito di intercettare i messaggi in tempo reale, gli agenti gli avrebbero salvato la vita. Ma tra il momento in cui vengono inviati e quello in cui la polizia arriva a leggerli passano tra i dieci e i quindici minuti: sono bastati per dare agli assassini il tempo di agire.

Lo slang del boss

A uccidere «Banfi», emerge dall’inchiesta del pm Antonella Fratello, sono stati Luigi De Micco, Davide Principe, Antonio De Martino, Alessio Esposito e Nicola Pizzo. Non è stato invece ancora identificato il «filatore», cioè la persona che via sms segnalava a De Micco la presenza di Solla: il boss non lo chiamava mai per nome, ma sempre «cuore» o «amo’». Movente del delitto, il tentativo da parte della vittima di gestire in proprio una piazza di spaccio.

I messaggi tra il palo e il killer

La caccia all’uomo comincia il 22 dicembre.
De Micco : «Ok cuore, dimmi ki vedi, dove e come».
Filatore : «Sta il parente di Banfi sopra al porticale».
De Micco : «Dimmi appena vedi Banfi o uno dei due cugini».
Filatore : «Stanno i ragazzi sotto casa loro».
De Micco : «Ki sono, dimmi i nomi».
Filatore : «Il parente di Banfi e Umb» (Il boss rivale Umberto De Luca Bossa, ndr).
De Micco : «Amo’, aggiornami sempre, vedi se Banfi e Mikk (l’altro rivale Michele Minichini, ndr) si mettono in qualche makkina. Tutto, aggiornami di tutto».
Filatore : «A Banfi nn lo vedo, stanno solo i ragazzi».
De Micco : «Amore impegnati, ke verrai premiato».

Il primo tentativo a vuoto

Per quel giorno, tuttavia, non si riuscirà a rintracciare Salvatore Solla. La caccia riprende la mattina successiva, antivigilia di Natale: stavolta il filatore riuscirà a rintracciare l’obiettivo in via Decio Mure, nell’auto di un amico parcheggiata davanti a un’agenzia di scommesse. L’amico, Giovanni Ardu, estraneo agli ambienti criminali, sarà a sua volta ferito.

L’assalto finale

Con un sms Luigi De Micco avverte i killer, pronti a entrare in azione, che sta inviando loro le armi per l’agguato: «Amo’, state lì, vi aggiorno io, mo vi mando gli indumenti per stare pronti. Vestitevi presto e tenete auto a portata di mano». Quindi riprende a messaggiare con il filatore.
Filatore : «Banfi sta sotto centro scommesse».
De Micco : «Dentro?».
Filatore : «Fuori».
De Micco : «Da solo?».
Filatore : «Sta fermo in makk».
De Micco al killer: «Sta fuori scommesse».
Killer : «Ok andiamo».
De Micco a Filatore: «Se succede avvisami».
Filatore : «Hanno fatto».
Killer a De Micco: «Vien, muovt».
De Micco a killer: «Butta», riferendosi al telefono.

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1 dicembre 2017 2017 ( modifica il 1 dicembre 2017 2017 | 08:20)