Napoli, tentarono di sgozzare 17enne per un cellulare: presi tre ragazzini

diFabio Postiglione

Hanno 12 e 13 anni. Non sono imputabili e sono stati subito riaffidati alle famiglie

Non sono imputabili

Il testimone li ha riconosciuti, ma non sono imputabili e quindi dopo l’identificazione sono stati riaffidati alle loro famiglie. Negli uffici di via Medina non hanno battuto ciglio, non hanno detto una parola, come boss di camorra, con una sguardo glaciale, sono tornati a casa. Le indagini, però, sono ancora in corso perché all’appello ne manca un quarto e potrebbe essere più grande degli altri minorenni fermati. Via Toledo, dal teatro Augusteo fino a piazza del Plebiscito. Il Lungomare di Napoli, dal consolato americano fino agli chalet di Mergellina. La rotonda Diaz fino ai ristoranti di via Partenope. E ancora via Scarlatti, con la traversa di via Merliani-lato Floridiana e piazza Vanvitelli. Sono queste le tre zone che polizia e carabinieri hanno individuato come ad altissimo «rischio baby-gang» e saranno sorvegliate con maggiori controlli tutti i giorni della settimana, anche con nuovi turni, così come sono previsti nel cosiddetto «piano movida», ovvero dalle 22 alle 4 del mattino e non più dalle 19 all’una com’è tutt’ora, anche se su questo punto c’è subbuglio tra la polizia che annuncia proteste con le rappresentanze sindacali. Si tratta di tre zone pedonali e non sono state scelte a caso dalle gang di giovanissimi armate, nel migliore dei casi, di taglierini e coltelli. Dove c’è tanta gente è più facile confondersi ed è più facile scegliere le vittime, quasi sempre a caso. Dove non passano le auto non passano neanche gli «sbirri» in volante e così in caso di fuga è più facile balzare sugli scooter e scappare, facendo perdere per sempre le proprie tracce.

Il branco

Ragazzini che si muovono in branco e che usano ogni pretesto per scatenare le risse, anche uno sguardo. Così come è accaduto nello scorso fine settimana al Vomero dove due ragazzi, uno di 16 e l’altro di 18, sono stati accoltellati alle gambe dopo un banale litigio scoppiato davanti alla porta di un bagno all’interno di un pub. Sono arrivati in scooter, hanno preso a schiaffi e pugni le due vittime e poi hanno estratto un coltello e colpito tre volte nelle parti basse. Poche ore dopo in piazza Municipio, a ridosso di via Toledo, un ragazzo di 14 anni è stato sfregiato con un paio di forbici.

Il questore: una squadra dedicata alle indagini

«Non molleremo e verificheremo tutte le ipotesi per arrivare a individuare gli autori di questo reato» ha affermato il questore di Napoli, Antonio De Iesu. Il poliziotto parla di «reato gravissimo ai danni di un ragazzo, senza una motivazione neppure di natura criminale, e che è stato consumato da soggetti minorenni». Sul caso sta lavorando una Sezione della Squadra Mobile. «Si sta lavorando intensamente c’è una fortissima attenzione investigativa. Ci sono uomini che lavorano non solo in quanto poliziotti ma anche da padri di famiglia e questo è un valore aggiunto nello stimolo investigativo». La madre del ragazzo, intervistata da organi di stampa, ha detto che gli aggressori («bestie») volevano ucciderlo senza un motivo, una vittima scelta a caso, forse per una dimostrazione di forza agli occhi di gruppi criminali.

Il sociologo: «Usano violenza per guadagnare piccolo potere»

«Per lo spaccio di droga nei quartieri parliamo di una camorra di basso livello, che ha gerarchie più labili dei vertici dei grandi clan e genera violenze anche per aspirazioni di carriera criminale», commenta così Luciano Brancaccio, sociologo dell’Università Federico II e autore di ricerche sulla criminalità organizzata a Napoli, l’accoltellamento del 17enne. «Bisogna partire da una distinzione - spiega - si parla spesso di camorra in relazione a episodi violenti, ma questi riguardano una camorra di livello basso, quella che controlla le piccole piazze di spaccio. La madre del ragazzo probabilmente parlando di boss si riferisce a qualche capetto che si sta facendo avanti nel commercio di droga, i boss sono altra cosa. Dobbiamo sempre ricordare che il mondo criminale napoletano è stratificato, ha diversi gruppi gerarchici e questi episodi di violenza urbana si riferiscono appunto a qualche piccolo capo di quartiere». Una camorra più minuta di quella che fa grandi investimenti finanziari, soprattutto nel Nord Italia e all’estero, ma forse avvertita come più pericolosa dalla popolazione: «Certo - conferma Bancaccio - è più pericolosa, perché è fuori controllo, agisce senza avere i limiti imposti da una gerarchi».

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20 dicembre 2017 2017 ( modifica il 20 dicembre 2017 2017 | 16:02)