Troppi parti cesarei, ispettori in sei strutture napoletane

diAngelo Agrippa

Ci sono anche la Sanatrix e l’Internazionale.La Regione chiederà la documentazione che giustifica i tanti interventi. Pena, la revoca della convenzione

Troppi parti cesarei, ispettori in sei strutture napoletane

Dunque, centri clinici noti e particolarmente attivi proprio nella assistenza alle partorienti. Ora, sarà una task force composta da investigatori della Asl e del nucleo ispettivo della Regione Campania a passare al setaccio dati e registri per accertare eventuali irregolarità. La sanzione è quella che il governatore Vincenzo De Luca ha anticipato la scorsa settimana: la revoca temporanea della convenzione con il servizio pubblico. «Occorre dire — puntualizza Enrico Coscioni, consigliere del presidente della Regione per la sanità — che tuttavia i trend sono in netto miglioramento quasi ovunque. In particolare nelle strutture pubbliche. Il presidente De Luca esige che in quindici giorni venga completata l’attività di controllo e monitoraggio in modo da poter prendere le relative decisioni. In meno di un anno abbiamo recuperato il 20% perché partivamo da numeri disastrosi: oltre l’80% di cesarei». Ma vi sono anche punte d’eccellenza in Campania, come tiene a sottolineare il consigliere di De Luca: «Come l’ospedale evangelico Villa Betania di Napoli e il San Leonardo, l’ospedale di Castellammare di Stabia dove si registra solo il 13% di nascite con cesareo. È un dato eccezionale come lo è quello della Federico II di Napoli. In quella struttura — sottolinea Coscioni — siamo al 33%, ma si pensi che viaggiamo su cifre di oltre 2300 interventi ogni anno».

Pare che i sei presidi clinici, i tre privati e gli altri tre pubblici finiti sotto osservazione, abbiano superato di gran lunga il 60 per cento dei parti cesarei. «Il livello essenziale di assistenza per le primipare è del 25 per cento — ha sostenuto più volte Coscioni —, la media nazionale è del 33 e in Campania siamo intorno al 60 per cento: dato quest’ultimo che include sia i dati provenienti dalle strutture pubbliche, sia quelli delle strutture private convenzionate». L’obiettivo, tuttavia, resta quello di raggiungere «il 25% di parti cesarei nel 2018».

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5 ottobre 2017 2017 ( modifica il 5 ottobre 2017 2017 | 07:13)