Napoli, detenuto in semilibertà esce dal carcere e gli sparano: è grave

diChiara Marasca

Stava andando a lavorare con la sua auto. Contro la vettura esplosi numerosi proiettili

Era appena uscito dal carcere, a Secondigliano, per andare a lavorare, così come concesso dal suo regime di detenzione in stato di semilibertà. Ma appena salito a bordo dell’auto, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, è stato colpito da diversi proiettili, restando ferito in modo grave. L’agguato si è verificato verso le sette di questa mattina. La vittima si stava recando a lavorare in un comune vicino Napoli, Arzano.

L’auto crivellata di colpi

L’auto del detenuto, un 40enne di Casoria, era parcheggiata proprio di fronte all’ingresso principale del carcere di Secondigliano. I killer hanno sparato più volte crivellando di colpi la vettura. Entrambi i finestrini sono distrutti. L’uomo, che è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale San Giovanni Bosco, aveva precedenti per reati vari contro il patrimonio, armi e in passato una condanna per associazione per delinquere.

I precedenti

Non è la prima volta che si verificano agguati davanti agli istituti di pena napoletani. Il 25 settembre del 1996 Gennaro Belforte, elemento di spicco di un clan di camorra, anche lui detenuto in regime di semilibertà, fu ucciso dai sicari nei pressi del penitenziario. Nel luglio di quest’anni, a 21 anni di distanza dall’agguato, le dichiarazioni di alcuni pentiti hanno portato all’identificazione e all’arresto di due presunti killer. Ma la storia delle guerre di camorra a Napoli ricorda anche l’omicidio di Francesco Mazzarella, 75 anni, padre del boss Vincenzo, avvenuto il 16 febbraio del 1998 davanti al carcere di Poggioreale a opera dei killer del clan rivale, i Contini. L’uomo fu ucciso mentre aspettava che suo figlio tornasse in libertà dopo un periodo di detenzione. In quel periodo il botta e risposta tra le due cosche portò a dieci morti in nove giorni.

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26 ottobre 2017 2017 ( modifica il 26 ottobre 2017 2017 | 13:14)