Gina Amarante: «La camorra non emancipa. Certe famiglie sbagliate sono il virus delle baby gang»
In «Gomorra-La serie» è la fidanzata di Enzo “Sangue blu”. «Le fiction non creano emulazione, questa è una sciocchezza»
Ha i capelli fucsia, gli occhi verdi. La pistola ferma come solo una killer professionista sa fare. Maria ha 25 anni ed è la fidanzata di Enzo Sangue blu, boss emergente di Forcella. Sua madre è in carcere, del suo papà si sa poco o nulla, e a chiederle cosa e come si sente, risponde: «Sono il prolungamento del mio uomo». Spietata e fragile al tempo stesso, senza paura ma con tanta paura. Assalta tir per rapinarli, spaccia droga con un finto carrozzino da bebè. Non è mai all’angolo, ma nelle fantasie di giovane adolescente crede in un mondo migliore. Maria è Gina Amarante, attrice nella terza stagione di Gomorra-La serie.
Prima volta su un set vero dopo dieci anni di scuola di recitazione. Set di camorra, set di sangue: che effetto le ha fatto?
«Sicuramente, e io ho vissuto quella realtà da protagonista. Se fossi stata solo spettatrice mai avrei detto a un bambino di guardarci in tv».
Per l’effetto emulazione?
«No, questa è una sciocchezza. Il germe del male nasce nella famiglia, si alimenta nei valori sbagliati, nei contesti sbagliati. La fiction non c’entra nulla. Altrimenti anche i cartoni animati con i supereroi dovrebbero essere banditi».
Così giovane e già donna di camorra. Si è fatta un’idea del ruolo della donna nella criminalità?
«Credo siano sempre state fondamentali per i loro clan: un passo indietro rispetto agli uomini ma depositarie dei veri segreti, conservatrici e forti. Maria ha un’altra estrazione, lei diventa camorrista insieme con lui, è spregiudicata. Va incontro alla morte e lui la lascia fare. I boss di un tempo lasciavano lontano dalle scene di crimine le loro donne».
Emancipazione?
«Non c’è nulla di emancipato nella camorra».
Un consiglio a Maria?
«L’attore non dà mai consigli ai personaggi che interpreta. Uno strappo? Le direi: sent’ a me, statt’ a casa».
La serie è drammatica, ma c’è stato un momento divertente accaduto sul set durante le riprese?
«Sì, eravamo a Napoli e tutti conosciamo bene l’indole del napoletano. Uno degli ultimi giorni di riprese dovevamo girare di notte, eravamo un gruppo di una ventina di ragazzi sui motorini e sfrecciavamo per i vicoli della città. Venti motorini fanno però parecchio rumore, e a un certo punto una signora arrabbiata ha cominciato a buttarci direttamente secchiate d’acqua addosso. Ci siamo dovuti fermare e asciugare tutti prima di poter riprendere a girare».
Beh, accade spesso anche nelle zone cosiddette bene.
«La realtà che si mescola alla fiction in maniera perfetta. So bene che accade, sono nata e cresciuta ad Angri, mica in Svizzera».
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