Sesso con preti gay, l’ex escort del dossier in Curia. Inviati i documenti ai vescovi

diRoberto Russo

Mangiacapra a colloquio per un’ora con monsignor Ortaglio, aiuterà all’identificazione dei sessanta sacerdoti che avrebbero partecipato agli incontri hard

Un’ora di colloquio in Curia con monsignor Ortaglio. L’ex escort dei preti gay, Francesco Mangiacapra, si è recato negli uffici di largo Donnaregina in cancelleria per collaborare — così come gli era stato chiesto — all’identificazione dei circa 60 sacerdoti che avrebbero avuto rapporti tra loro, con lui o con altri gigolò. Il materiale consegnato in Curia su un compact disk è stato visionato e Mangiacapra ha pure firmato una dichiarazione in cui si assume la responsabilità di essere proprio lui l’autore del dossier. «Non si tratta di accuse — ha spiegato l’ex escort — perché non ci sono reati. Per me si tratta di sollecitare queste persone, sacerdoti omosessuali, a riconoscersi e a fare un mea culpa relativo alla compatibilità tra la tonaca che si indossa e la condotta che si incarna».

Ufficialmente quindi ancora nessun vescovo è stato allertato. Infatti sono proprio i vescovi delle singole diocesi a doversi occupare dei casi dei sacerdoti indicati nel dossier. Mentre una copia sarà inviata presto anche in Vaticano per le opportune valutazioni delle gerarchie ecclesiastiche. Nel frattempo su whatsapp sta circolando un elenco di preti con nomi e cognomi firmato da Mangiacapra, il quale però ci tiene a chiarire: «Si tratta dell’opera di qualche sciacallo che vuole infangare il qualcuno, soprattutto il mio coraggio e la mia credibilità. Il mio dossier infatti non rende pubblici i nomi ed è stato indirizzato alla persona da cui mi sono recato in Curia. Non voglio innescare alcuna macchina del fango. Inutile e dannoso è fare il totonomi con i preti. Quello che conta — aggiunge Mangiacapra — è riflettere e per far questo non servono i nomi. Mai in questo momento la Chiesa dovrebbe essere madre pronta a interfacciarsi con i propri figli e non già seguire trafile burocratiche degne del solito scaricabarile della politica italiana».

In attesa degli sviluppi dell’ennesimo scandalo che colpisce l’istituzione ecclesiastica in Campania, desta ancora impressione l’arresto di don Michele Barone, con l’accusa di abusi sessuali aggravati. Don Michele che dal carcere si professa innocente (e si dice pronto a denunciare per calunnia le sue accusatrici) è un sacerdote molto noto anche a livello mediatico. Grande frequentatore di «Pomeriggio 5», salotto televisivo di Barbara D’Urso, grande organizzatore di pellegrinaggi a Medjugorje, su questa esperienza ha scritto pure un libro: «A Medjugorje con Maria». Insomma, don Michele è stato sempre considerato un po’ il sacerdote dei vip e dei personaggi dello spettacolo. Ora sul suo capo (e su quello di altri indagati) pendono accuse gravissime: esorcismi che si sarebbero trasformati in abusi sessuali.

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1 marzo 2018 2018 ( modifica il 1 marzo 2018 2018 | 13:04)