Napoli, de Magistris: «Non trovo pace per i debiti ingiusti della città»

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Il sindaco: «Non sanno più come diavolo fare per fermare la rivoluzione napoletana, così ti fanno cadere addosso due meteoriti istituzionali»

«Sono troppo indignato in questi giorni. Non riesco a trovare pace per questa ulteriore ingiustizia che si è abbattuta come una pietra istituzionale sulla nostra città. Ho ereditato sette anni fa una città sostanzialmente in dissesto: senza soldi, sommersa da debiti, invasa dai rifiuti, profondamente depressa, travolta dalla questione morale e dall’intreccio tra affari, politica e camorra. E quando ormai non sanno più come diavolo fare per fermare la rivoluzione napoletana, sapendo che finalmente possiamo accelerare avendo risanato i conti, ti fanno cadere addosso due meteoriti istituzionali». Lo scrive su Facebook il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che in un lungo post spiega cosa sta accadendo.

«Il primo meteorite è un debito di circa cento milioni contratto dallo Stato nel 1981 con il commissariamento post-terremoto (cd. CR8) - scrive -. Il secondo meteorite è un debito di circa sessanta milioni del commissariamento dello Stato sull’emergenza rifiuti di circa dieci anni fa (cd. UTA). Il primo debito ha già prodotto da un anno il blocco delle casse del Comune di Napoli con il pignoramento operato dal creditore. Andiamo avanti, garantendo i servizi minimi, grazie alle anticipazioni di cassa con cui si pagano interessi al tesoriere (che ci guadagna). Per ottenere un parziale sblocco del pignoramento al fine di non morire abbiamo anche anticipato una parte del debito dello Stato. Il Governo si è impegnato per giovedì, dopo mesi e mesi di incontri, scontri e lotte (da ultimo in piazza a Montecitorio), ad intervenire affinché si possa definire la questione del debito e del pignoramento. Vediamo se è la volta buona». «Ma non finisce qui - aggiunge - perché nel frattempo la Corte dei Conti, per questi debiti che non ci appartengono per nulla e che correttamente abbiamo gestito nel redarre il bilancio in contestazione, ci applica, con un provvedimento infondato ed ingiusto, la sanzione. Avremo, quindi, un taglio dei trasferimenti pari alle somme che lo Stato non ha pagato per i due debiti. Quindi dobbiamo pagare noi allo Stato la somma che lo Stato non ha pagato».

Poi aggiunge: «È il gioco delle tre carte sulla pelle dei cittadini napoletani. Poi ci saranno anche altre sanzioni, tutte da applicarsi nel 2019: divieto di fare investimenti, divieto di assumere ed altro ancora - sottolinea De Magistris nel suo lungo post - Noi che abbiamo ripulito la città dai rifiuti, dalla politica inquinata, dai bilanci truccati, dobbiamo pagare per debiti dello Stato contratti nelle due stagioni più permeate dall’intreccio affari, politica e camorra: il post-terremoto e l’emergenza rifiuti. Come a dire che i ladri rimangono impuniti e le guardie pagano. Un mondo alla rovescia. Una ingiustizia enorme e violenta. La politica delle mazzette e delle collusioni opera impunita (allora come ora, vedi inchiesta fanpage) e noi che puliamo le istituzioni dobbiamo pagare». «Hanno sporcato Napoli con i rifiuti ed oggi ci fanno pagare la sporcizia materiale e morale che noi abbiamo pulito con le nostre mani provate, come i nostri corpi, da lavoro e fatica. È una vergogna senza fine - conclude - Questi sono i fatti, sinteticamente illustrati perché ci sarebbe tanto altro da aggiungere».

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12 marzo 2018 2018 ( modifica il 12 marzo 2018 2018 | 08:32)