Halili el Mahdi, psicologa di Napoli diede l’allarme già quattro anni fa

diLuca Marconi

Il reclutatore jihadista arrestato a Torino pubblicò nel 2014 un manifesto Is ad uso e consumo dei foreign fighters italiani, lo denunciarono subito le psicologhe De Cristofaro e Arcidiacono (Unina) pubblicando uno studio sulla propaganda del Califfato

Halili, il reclutatore jihadista di Lanzo (Torino, immigrato tunisino di seconda generazione) era già stato fermato nel 2014 per la pubblicazione online di un pamphlet tanto diverso dai video e le foto degli orrori conosciuti dell’Isis, che il 23enne firmandosi Mahdi («guidato da Dio») intitolava Lo Stato Islamico, la realtà che ti vorrebbe comunicare: 64 pagine in italiano con immagini patinate di bontà e salutismo universali, quasi in stile newage, cancellate dalla Postale ma appena riapparse in Rete. «Perché i file del Califfato riappaiono e scompaiono» spiega la psicologa partenopea Giuseppina De Cristofaro, laureatasi alla Federico II con un lavoro che analizza la comunicazione dell’Isis in Occidente a partire dal manifesto di Al-Mahdi e diventato già tre anni fa il libro - prefatto dal suo tutor, Caterina Arcidiacono - Lo Stato Islamico. Propaganda e reclutamento 2.0 (Ed. Melagrana).

Halili el Mahdi, psicologa di Napoli diede l’allarme già quattro anni fa

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30 marzo 2018 2018 ( modifica il 30 marzo 2018 2018 | 16:28)