Siani a Roma, colloquio con RenziOggi scioglierà la riserva con il Pd

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Il pediatra napoletano ha chiesto ancora qualche ora per decidere sulla candidatura

L’incontro c’è stato. Intorno alle 13 Paolo Siani ha varcato la soglia del Nazareno. È da mesi che il segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi, corteggia il medico napoletano. Siani, per Renzi, è uno degli assi nella manica di questa complessa campagna elettorale, con il virologo Roberto Burioni e l’avvocato Lucia Annibali.

La risposta? Siani s’è preso qualche altra ora di riflessione, perché la decisione, lo ha sempre detto, è tutt’altro che semplice e scontata. Da una parte c’è il suo impegno professionale, è direttore di unità complessa al Santobono. Dall’altra il suo impegno sociale con la fondazione Polis che si occupa di vittime della criminalità e di beni confiscati di cui è presidente. Senza contare il lavoro nel nome del fratello Giancarlo per tenere sempre un faro acceso, per non dimenticare.

Ma Renzi sa essere convincente. Lo ha fortemente voluto sul palco del Museo di Pietrarsa per la conferenza programmatica del Pd, dove gli ha chiesto una prima volta di candidarsi. Lo ha detto pubblicamente in novembre durante una riunione della direzione nazionale del partito. Insomma il segretario Pd non ha mai fatto mistero di volerlo nella sua squadra. Ipotesi che Siani non ha mai scartato. Anzi ha sempre rilanciato, dicendo con chiarezza di non volere paracadute, di volere il voto dei napoletani, da qui l’ipotesi del collegio uninominale del Vomero, considerato tra l’altro contendibile. Di voler, però, affermare una propria indipendenza.

Insomma non gli interessano le beghe del Pd, le lotte intestine tra correnti e spifferi. E che vuole «essere utile» in Parlamento. Non vivacchiare, ma occuparsi dei temi che lo interessano: sanità, welfare, disagio giovanile. Chi lo conosce bene dice di essere sicuro di un suo sì. Certo è che, però, ieri forse l’incontro con Renzi non ha fugato tutti i dubbi che aveva e per questo s’è preso altro tempo. Stamattina la decisione finale.

Dopo ieri s’è chiusa la «fase di ascolto», cominciata con i segretari regionali, proseguita ieri con il ministro Andrea Orlando e alcuni esponenti della società civile tra cui Paolo Siani.

Per qualche giorno continueranno a rincorrersi voci su candidature più o meno presunte, tanto che a Napoli c’è un’agitazione fuori tempo e fuori luogo. Domani e dopodomani il segretario provinciale Massimo Costa e il presidente Tommaso Ederoclite incontreranno ad uno ad uno i segretari di circolo che snoccioleranno i loro candidati, almeno uno per comune. Un’assurdità visto che con l’attuale legge elettorale con ogni probabilità il Pd dimezzerà i parlamentari. Non c’è spazio neanche per una punta di spillo. Tant’è che deciderà su tutto Roma.

Quanto al solito caso Salerno e cioé rispetto alle aspirazioni di Franco Alfieri (al secolo mister fritture di pesce), ebbene c’è uno stop, ma non da ora. È vero che l’assemblea provinciale ha portato al tavolo regionale il suo nome e quello di Piero De Luca, ma contestualmente è stata chiesta la deroga per Tino Iannuzzi.

Quanto spazio ci può mai essere per tutti? Il problema è tornato nelle mani di Vincenzo De Luca. Pd e governatore hanno bisogno dei voti dell’ex sindaco di Agropoli, che ha minacciato di prendere il suo gruzzolo di consenso e spostarlo sul centrodestra nel caso, per la seconda volta, blocchino la sua candidatura.

Dunque qual è la possibile contropartita? Nei corridoi di Santa Lucia si vocifera che Alfieri avrebbe già un posto sicuro di assessore regionale all’Agricoltura con la promessa di una candidatura alle Europee. Si vedrà presto. Ancora qualche giorno di confusione e poi la settimana prossima rush finale.

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11 gennaio 2018 2018 ( modifica il 11 gennaio 2018 2018 | 08:05)