Sicilia, indagato neodeputato Tamajo I pm: «Voti comprati a 25 euro l’uno»

diChiara Marasca

Il politico, eletto nella lista del centrosinistra Sicilia futura, si difende su Facebook: «Riuscirò a dimostrare che si tratta di un infondato castello di accuse»

Dopo il centrodestra, colpito dall’arresto per evasione fiscale del neodeputato Catello De Luca, scattato due giorni dopo il voto, ora è il centrosinistra siciliano a finire nella bufera per i guai giudiziari di un neo eletto all’Ars: Edy Tamajo è accusato di aver comprato parte dei consensi ottenuti pagando 25 euro a voto. A indagarlo è la procura di Palermo. Il 41enne alle regionali siciliane ha corso in «Sicilia futura», formazione che fa capo all’ex ministro Salvatore Cardinale, a sostegno del candidato del centrosinistra Fabrizio Micari. Il capo d’imputazione che gli è stato contestato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Fabiola Furnari è di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.

Ex centrodestra

L’indagato è stato il più votato a Palermo e il terzo in Sicilia per numero di consensi: circa 14mila. Il padre, Aristide Tamajo, è stato consigliere comunale e assessore dell’Udc, uno dei fedelissimi di Cuffaro negli anni d’oro del centrodestra. E anche per Edy c’è un passato nel centrodestra: quattro anni fa però aveva cambiato schieramento transitando nel centrosinistra. Ma durante la campagna elettorale sono affiorati alcuni dubbi sul suo reale posizionamento è politico: è circolato infatti su WhatsApp un fac-simile elettorale in cui si ricordava agli elettori la possibilità del voto disgiunto, suggerendo Tamajo come consigliere regionale, appunto, e Nello Musumeci, candidato del centrodestra, come governatore.

E lui su Facebook: infondato castello di accuse

Ma Tamajo respinge l’accusa e si difende su Facebook: «Carissimi Amici, apprendo con stupore l’avvio dell’inchiesta giudiziaria nei miei confronti. Posso affermare, senza timore di smentita , di non aver mai comprato un solo consenso, ma di aver costruito la mia carriera politica sull’attività quotidiana a favore della collettività. Si tratta di condotte che sono lontano anni luce dal mio modo di fare politica, da quello della mia famiglia e del mio gruppo. Ho dato la mia totale disponibilità», continua il deputato regionale Tamajo, «nei confronti dell’autorità giudiziaria per chiarire questa incresciosa vicenda che sono sicuro, grazie al lavoro dei miei avvocati, riuscirò prestissimo a dimostrare che si tratta di un infondato castello di accuse!». E poi annuncia: «Starò in silenzio per qualche giorno, un silenzio pieno di rabbia e un cuore lacerato che batte forte».

Il M5S: voto falsato

E intanto il M5S, che prima delle elezioni aveva stilato una lista di “impresentabili”, ponendo la questione come cavallo di battaglia della sua campagna, torna all’attacco, con un post su Facebook dell’ex candidato governatore Giancarlo Cancelleri: «Si sta delineando uno scenario inquietante. L’indagine su Tamajo», scrive Cancelleri, «arriva dopo l’arresto di De Luca e dopo la denuncia sulle preferenze di Luca Sammartino che sarebbero state ottenute con anziani interdetti portati a votare senza il consenso dei familiari. I voti degli impresentabili a queste elezioni sono stati 100 mila. La vittoria di Musumeci è sicuramente contaminata», aggiunge, «ma potrebbe anche essere falsata dalla compravendita di voti. Se per batterci hanno barato in questo modo, vuol dire che non gli è rimasta più alcuna arma lecita da utilizzare». Infine, Cancelleri annuncia che presto scriverà un’altra lettera all’Osce, al quale il M5S aveva chiesto un intervento di controllo durante il voto, per riferire «gli scandali che si stanno scoprendo in questi giorni».

11 novembre 2017 2017 ( modifica il 13 novembre 2017 2017 | 08:19)