Alfieri al Pd: senza me in lista niente voti

diAngelo Agrippa

Il capo staff di De Luca avverte i democrat. Il segretario del partito a Salerno: «Sono tanti in corsa»

Il rischio è che possa finire a pesci in faccia. Ma stavolta senza neanche friggerlo. Dato che Franco Alfieri, ex sindaco di Agropoli, oggi capo della segreteria del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, è passato dalla irritazione all’avvertimento se non sarà candidato neanche alle prossime elezioni politiche dopo essere stato escluso da quelle regionali. «Sinceramente faccio fatica a pensare che il partito possa chiedermi di fare un passo indietro: nel caso, vorrei capire per quale ragione mi si nega una candidatura che definisco naturale, invocata dalla gente, ma anche perché il Pd decide di perdere con un autogol, a sud di Salerno, in un momento cruciale come questo, dove a mio avviso un partito dovrebbe schierare la Nazionale, cioè la sua classe dirigente più forte ed acclamata». E alla secca premessa del bomber cilentano fa seguito una schiumosa anticipazione di vendetta: «Ripeto, non voglio credere a tanta disinvoltura del Pd nell’escludere il mio nome, ma se qualcuno pensa che Franco Alfieri possa di nuovo mettere a disposizione il suo consenso in favore di altri candidati del partito, avrò difficoltà a chiedere voti per il Pd anche a casa mia…».

Alfieri parla nel corso di una intervista su Stile tv , in cui insiste che l’unica soluzione, per un Pd «che non gode di grande fascino», è quella di «schierare la classe dirigente migliore», legata al territorio, «e comunque — confessa — presterò ascolto a ciò che mi dirà il presidente De Luca». Il segretario provinciale dei democrat salernitani, Vincenzo Luciano, intervenendo alla stessa trasmissione, auspica che vi siano «amministratori di valore in lista». Poi si dice «orgoglioso di quei militanti che mettono a disposizione le loro capacità». Ma alla fine sembra voler scaricare un po’ di tensione (e non solo quella): «Candidati sicuri non ve ne sono — precisa — e le candidature vanno sottoposte al vaglio della direzione provinciale: la prova evidente è Alfieri perché abbiamo molti amministratori di valore e davvero c’è solo l’imbarazzo della scelta. Abbiamo Tino Iannuzzi, Piero De Luca...». L’ex sindaco di Agropoli ascolta, forse si aspetterebbe qualche certezza in più. E trovandosi alle strette reagisce: «Il partito saprà scegliere i candidati migliori, non c’è alcuna questione di cortesia da affrontare. Questa è la provincia del presidente De Luca e quindi non si faranno errori».

Insomma, il capo della segreteria del governatore teme di essere nuovamente messo da parte e rilancia con la teoria di sponda, con gli altri partiti che lo corteggiano: «Confermo che, non so se per gioco o per sondarmi, qualcuno si è fatto già vivo per capire le mie intenzioni, ma resto fedele al Pd e sarà un’impresa ardua farmi deragliare». L’odore acido della polemica attira i 5 stelle, con il consigliere regionale Michele Cammarano, pronto a gettare il suo guanto: «Sfido nel collegio uninominale di Mr frittura di pesce — provoca — il principe Piero De Luca alle prossime politiche».

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5 dicembre 2017 2017 ( modifica il 7 dicembre 2017 2017 | 18:56)