8 marzo 2018 - 11:53

Ideal Standard, esuberi in vista. I sindacati invocano il ministero

Nessun rinnovo dell’accordo-quadro. In bilico circa 40 posti di lavoro

di Marco de’ Francesco

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TRICHIANA (BELLUNO) Qualche sospetto, da alcuni mesi a questa parte, serpeggiava. E in qualche modo il recente incontro tra la direzione di Ideal Standard e le Rsu di Trichiana ha finito per confermare i dubbi: c’è qualcosa che non va. Perché, benché il termine «esuberi» non sia ufficialmente utilizzato, si parla di «riduzione degli organici», anche se non si determina un numero dei dipendenti in eccesso. Quanti? I sindacati affermano, in camera caritatis, che dovrebbe trattarsi di 30 o 40 lavoratori. E non è il solo problema.

Un ricambio generazionale

«Per esempio – afferma il segretario generale della Femca Cisl di Belluno Treviso Nicola Brancher – anche grazie al piano regionale “Garanzia giovani”, si era riusciti a far entrare qui a Trichiana 26 giovani con contratti a termine. La strada sbagliata, sarebbe quella di cacciarli. La via giusta è quella di realizzare un ricambio generazionale, con scivoli per i dipendenti vicini alla pensione. L’età media, a Trichiana è 49 anni. Ma l’azienda non ha fornito alcuna garanzia di voler procedere in questo modo». L’impianto bellunese ha circa 600 dipendenti. L’azienda, l’ex gloriosa «Ceramica Dolomite» è una multinazionale di rubinetterie e sanitari con sede in Belgio e di proprietà di due grossi fondi d’investimento globali, uno americano e l’altro australiano.

I dubbi dei lavoratori

I dubbi dei lavoratori di Trichiana perché di recente lo stabilimento del gruppo a Roccasecca (Frosinone) è passato alla Saxa Gres di Anagni. Ideal Standard aveva annunciato la chiusura dell’impianto e la messa in mobilità dei 300 lavoratori. Invece, con un’operazione da 30 milioni di euro, sostenuta da governo e Regione Lazio, i lavoratori hanno cambiato azienda. Ma per Ideal Standard quello stabilimento era chiuso. I lavoratori di Trichiana hanno dunque pensato: perché con noi dovrebbe finire diversamente? «C’era un accordo-quadro – continua Brancher – triennale, dal 2015 al 2017. È scaduto. Però prevista una trattenuta ai lavoratori per favorire la competitività dell’azienda, fino al 2020. Vogliamo un nuovo accordo, ma anche di questo non si è parlato. Così come l’azienda non ha detto nulla sul piano industriale. Che si fa con lo stabilimento di Trichiana? Qual è il suo futuro? Bisogna che l’azienda accetti di parlare di queste cose al Mise, che è la sede ideale».

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