Veneto, 10 ottobre 2017 - 08:13

Padova: affitti più difficili per gay africani, obesi e meridionali

Gli inquilini discriminati dai proprietari

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Forse il problema è che gli studenti sono diventati troppo bravi. Ha suscitato clamore, su Facebook e non solo, la schermata di un annuncio pubblicato nel 2016 da un proprietario padovano in cerca di inquilini e rilanciato in questi giorni da un medico di Aversa che punta il dito contro la clausola «Non si affitta a immigrati e meridionali». Razzismo o stravaganza? Regola o eccezione? Di sicuro, una spia del cambiamento in corso nel fitto sottobosco del mercato immobiliare studentesco.

Alcuni annunci apparsi nelle bacheche di Padova (Marco Bergamaschi)
Alcuni annunci apparsi nelle bacheche di Padova (Marco Bergamaschi)

I fuorisede

«A Padova, da qualche anno a questa parte, i fuorisede si comportano meglio perché non vogliono problemi con i proprietari – assicura Guerrino Polito, presidente provinciale di Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari) -. L’epoca della confusione negli appartamenti dati agli studenti è finita». Insomma, i padroni di casa si sono abituati bene e pur di preservare l’armonia sono diventati molto selettivi, con criteri più o meno discutibili che ogni tanto affiorano in bacheca. Più che una supposizione, è la diretta conseguenza del rapporto tra domanda e offerta: «Una volta – ricorda Polito – gli studenti si spostavano da soli e cercavano appartamenti di modeste dimensioni nei quartieri periferici, oggi si muovono in gruppi di tre o quattro per dividere le spese e trovare soluzioni più spaziose, spesso e volentieri in centro storico. Rispetto al passato, sono aumentate anche le locazioni miste maschi-femmine». Addio mansarde scalcinate, avanti comfort: meglio stare stretti ma vivere meglio e pagare meno che stare larghi ma fare i conti con muffa e guasti cronici a prezzi gonfiati. Ed è cambiato anche la tipologia dei proprietari: «Tra chi affitta agli studenti ci sono anche molti anziani che avevano comprato l’appartamento per i figli – dice Michele Brombin, segretario provinciale del Sindacato inquilini e assegnatari Sunia -. Poi magari i figli si sposano o emigrano ma i genitori sperano che tornino e quindi vogliono preservare la casa per fargliela trovare in buone condizioni». La diffidenza per il «diverso» forse nasce anche da qui.

Il sindacato Studenti

Il sindacato Studenti per-Udu Padova parla di altri annunci dal contenuto razzista e omofobo contro stranieri, meridionali, gay, lesbiche, lavoratori, persone con problemi di salute e perfino «ciccioni», condannando con forza ogni forma di intolleranza. Un esempio? Ecco quello di una studentessa che ha cambiato casa da due settimane e che chiede l’anonimato perché sta aspettando il rimborso della caparra: «Una ragazza che voleva subentrare in camera mia mi ha detto che voleva trasferirsi con il suo fidanzato africano e mi ha chiesto se era un problema; ho riferito la domanda alla proprietaria e lei mi ha risposto che andava bene solo se il ragazzo era del Sudafrica, perché almeno quelli hanno la pelle bianca. Riferirlo alla ragazza è stato imbarazzante, ma il mio caso non è l’unico e anzi il fenomeno è diffuso». Il dibattito è aperto: «In quarant’anni non ho mai visto un annuncio con divieti ai meridionali – ribatte Polito -. Molti studenti vengono proprio dal Sud, nei loro confronti non c’è nessuna ostilità». «Di cartelli strani in giro non ne vedo, semmai ci sono regole non scritte – aggiunge Brombin -. Bisogna anche ricordare che il proprietario può scrivere quel che vuole e non deve rendere conto a nessuno della sua scelta; per assurdo, può anche specificare che non vuole veneti o persone senza capelli. In generale, chi cerca studenti non vuole i maschi perché fanno più casino delle femmine. E il vero problema non riguarda gli studenti ma un’altra fascia di inquilini: marocchini, tunisini e nigeriani fanno molta fatica a trovare casa perché la gente non si fida». «Non ho mai ricevuto segnalazioni esplicite di annunci contro gli omosessuali – commenta Luca Mistrello dell’associazione Antéros Lgbti -. Durante il colloquio nessuno dice il proprio orientamento sessuale, anche perché non è attinente. Semmai è capitato che il proprietario lo scoprisse in seguito: in qualche caso c’è stata un po’ di tensione e gli inquilini hanno ricevuto la richiesta di non portare a casa i loro partner».

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