Veneto, 12 ottobre 2017 - 10:34

Pentito di mafia nascosto a Padova massacra la moglie per cinque anni

Arrestato dopo l’ennesima segnalazione dei vicini, apparteneva alla Sacra Corona Unita

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PADOVA Si erano trasferiti in una casetta alle porte di Padova, dalla Puglia, per iniziare una nuova vita, lontani da un passato costellato di crimini e morte. Eppure tutto questo non è servito per far trovare la serenità a una donna e ai suoi quattro figli, vittime della violenza e dell’aggressività di un padre-padrone.

I fatti

Perché lui, pluricondannato, pentito della Sacra Corona Unita, con una storia di omicidi, lesioni personali ed estorsioni alle spalle, negli ultimi cinque anni ha continuato a picchiare violentemente la moglie, completamente soggiogata dalla paura, senza farsi remore di sfogare la propria violenza anche sui quattro figli che intervenivano nelle liti in difesa della madre, facendo scudo con il proprio corpo. Fino a qualche giorno fa, quando i carabinieri sono intervenuti dopo l’ennesima, violenta lite e hanno portato in salvo la donna e i suoi figli, di cui due ancora minorenni. Sono stati i vicini a chiamarli nel cuore della notte. Quelle urla che provenivano dalla casa affianco, gli inconfondibili rumori di oggetti lanciati contro le pareti, i tonfi di mobili e sedie caduti non lasciavano molto spazio all’immaginazione: l’uomo, 51 anni originario di Bari, stava nuovamente sfogando la propria ira sui suoi familiari e, in modo particolare, sulla moglie. Solo l’intervento di uno dei figli della coppia che si è schierato a difesa della madre ha evitato il peggio. Il 51enne è uscito poco prima dell’arrivo dei carabinieri, così quando i militari sono arrivati hanno trovato la donna in lacrime, circondata da tre dei suoi figli.

Le forze dell’ordine

Appena ha visto quegli uomini in divisa, li ha pregati di non lasciarla da sola: troppa la paura che il marito tornasse a casa e riprendesse con la violenza. I carabinieri sono riusciti a convincerla a seguirli in caserma e qui, una volta calmatasi, ha poco per volta raccontato tutto quello che ha subito. Dopo aver vissuto per ben cinque anni in silenzio, bloccata dal terrore, completamente succube di quel compagno violento, ha iniziato a parlare. E il racconto fatto è iniziato quando, anni fa, si è trasferita a Padova, sperando di aver finalmente chiuso una pagina, quella legata alle attività criminali del marito, pentito della mafia pugliese. Il passato, però, è tornata a tormentarla: il marito infatti la minacciava continuamente di morte. Una prospettiva inquietante, dal momento che le ricordava continuamente il suo passato di killer, come a farle capire che uccidere non era poi così difficile per lui visto che «alludeva a omicidi da lui stesso consumati quando apparteneva alla Sacra Corona Unita», si legge nell’ordinanza.

Le violenze e il terrore

Non si fermava però alle parole. Ciocche di capelli strappati, dita rotte, coltellate, lividi e contusioni: non manca nulla nell’agghiacciante racconto di violenza. Naturalmente, spaventata, non ha mai osato chiedere aiuto, né tantomeno presentarsi in ospedale per farsi medicare. Troppo grande il terrore che, sentendosi tradito, il marito potesse punirla. E se era lei la vittima prediletta delle percosse, anche i figli non erano immuni. I due ragazzi più piccoli, ancora minorenni, assistevano regolarmente alle liti. In un’occasione, addirittura, la figlia più grande ha cercato di difendere la madre, ma è stata spintonata e, cadendo, ha sbattuto violentemente la testa, perdendo i sensi. Il racconto è stato confermato anche dai quattro figli della coppia, ascoltati in audizione protetta, spiegando che ormai nei confronti di quel padre non provavano altro che terrore. Una volta ricostruita la situazione, il sostituto procuratore Benedetto Roberti ha chiesto il carcere: impossibile, secondo il pm, chiedere misure alternative, visto il pericolo che potesse ripetere quanto già fatto. Una richiesta accolta dal giudice Tecla Cesaro. Il 51enne così è stato arrestato e portato nella casa circondariale di Padova.

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