treviso
I Calò «esempio di integrazione»
Migranti, il Consiglio d’Europa: «Prendete come esempio questa famiglia»
TREVISO «L’esperienza vissuta dalla famiglia Calò, che nel giugno del 2015 ha accolto sei africani, è uno dei migliori esempi d’integrazione di chi è arrivato in Europa, e credo che il modello che Silvio Calò, il capo famiglia, mi ha presentato sia la prova che l’accoglienza fatta in un determinato modo funziona».
L’elogio
A dichiararlo all’Ansa è Thomas Bocek, rappresentante speciale del segretario generale del Consiglio d’Europa per le migrazioni, alla fine dell’incontro con lo stesso Calò, professore trevigiano dalle scelte controcorrente, e con Massimo Ferrari, il regista del documentario sulla sua storia, intitolato «Dove vanno le nuvole». I due uomini sono a Strasburgo su invito dell’Istituto culturale italiano, dove stasera proietteranno il film, e hanno chiesto d’incontrare Bocek per presentargli quello che Calò definisce il `modello 6 più 6 per 6´.
Il «modello Calò»
Un modello che Bocek ritiene utile inserire nelle riflessioni che l’organizzazione paneuropea sta portando avanti sulle modalità d’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. Il modello, spiega Calò, prevede la creazione di nuclei di sei profughi, sostenuti e accompagnati da sei persone, coaudiuvate da un’equipe di professionisti, è ispirato direttamente dall’esperienza che la sua famiglia ha fatto negli ultimi 2 anni e mezzo, e che secondo lui «può essere adottato in Italia e in tutta Europa».