Veneto, 20 ottobre 2017 - 18:06

Treviso, referendum Veneto autonomia: blitz dei centri sociali alla festa della Lega

Imbrattato lo stand con la scritta: area desalvinizzata. Zaia: «Incivili, devo chiudere la campagna lì»

shadow

TREVISO Lo scontro politico fra gli antagonisti e la Lega Nord è esploso venerdì con un blitz del Centro Sociale Django allo stand della Lega dove il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, è atteso per concludere la campagna elettorale sul referendum per l’autonomia. Una ventina di ragazzi, arrivati dall’ex caserma in via Monterumici, ha esposto uno striscione, appeso volantini e sventolato fumogeni davanti al tendone che da giovedì sera ospita la festa provinciale del Carroccio dedicata all’autonomia, proprio nei giorni che precedono il referendum di domenica.

La dinamica

Tutto è successo intorno alle tre del pomeriggio di venerdì al Mercato Ortofrutticolo di Treviso. La sera prima del blitz l’ospite era stato il segretario federale Matteo Salvini: «Abbiamo desalvinizzato la festa della Lega, perché in questa città per chi semina odio e razzismo non c’è spazio – hanno rivendicato l’azione i giovani del Django con un video pubblicato sui social -. Hai tentato di potare nella nostra città il germe del razzismo e noi da bravi anticorpi siamo arrivati per disinfettare tutto».

Gli striscioni

Era casualmente presente il segretario provinciale della Lega Dimitri Coin, che ha tolto i volantini dallo stand, ma non ci sono stati scontri né danneggiamenti alla tensostruttura. «È una vergogna, queste persone esistono solo perché il sindaco di Treviso ha concesso loro uno spazio dei cittadini, del quale paga anche le utenze con i soldi pubblici – ha detto Coin -. Sono liberi di fare quello che vogliono, e sempre impuniti».

La reazione di Zaia

Anche il governatore Luca Zaia è intervenuto sull’episodio con una dura condanna: «I centri sociali hanno operato un attacco allo stand a Treviso in cui dovevo andare stasera. Non posso che esprimere una dura condanna per questo grave episodio. In un Paese civile gesti come questi non dovrebbero accadere. Non ci sono giustificazioni ed è giusto e corretto che, oltre a perseguire i responsabili, ci sia una condanna unanime da parte di tutti. Spiace vedere – sottolinea ancora il presidente - che a Treviso questi fatti, che fino qualche anno fa non erano di casa, oggi rischiano di diventare ordinarietà. Non è così che si dialoga in democrazia, anche perché violenza e danni non sono nelle corde della nostra comunità».

La condanna di Manildo

«Condanniamo con forza l’attacco dei Centri sociali alla festa della Lega Nord», ha detto il sindaco di Treviso Giovanni Manildo sulla contestazione degli antagonisti agli stand della festa della Lega in città. «A tutti i militanti e ai vertici del partito va la nostra più piena solidarietà - rileva Manildo -. Si tratta di un gesto, che se confermato, riteniamo grave e lesivo della libertà di ogni cittadino di associarsi a un partito e di condividere un ideale politico, libertà sancita dall’articolo 49 della nostra Costituzione». «Treviso non solo riconosce ma soprattutto promuove questo diritto che è anche una libertà fondamentale e collettiva. Infine - sottolinea il sindaco - mi auguro che vengano individuati i responsabili di un attacco vile e vergognoso che non rappresenta Treviso, i trevigiani e chi li governa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA