5 febbraio 2018 - 15:54

L’appello del «fighter» di Rovigo a Papa Francesco contro Erdogan

Marco insieme ad altri tre combattenti italiani si rivolge a Papa Francesco in un post su Facebook: «L’esercito turco sta compiendo una carneficina»

di Antonio Andreotti

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Marco, Gelhat, insieme ad un bimbo ferito dall’esercito turco
Marco, Gelhat, insieme ad un bimbo ferito dall’esercito turco

ROVIGO Gelhat Drakon, il 23enne rodigino che si è dato un nome curdo per motivi di sicurezza e che ora è ad Afrin in Siria con le milizie internazionali dopo aver combattuto contro l’Isis, è figlio di un poliziotto in servizio alla Questura di Rovigo. Marco, ovvero Gelhat, ha spiegato che lo scorso settembre è stato accompagnato ad un aeroporto in Iraq e da lì è entrato in Siria. Fervente sostenitore del leader curdo Ocalan e del suo cosiddetto «Confederalismo democratico», il 23enne rodigino è un laureato in Storia a Bologna.

L’appello di Marco, Gelhat, su Facebook
L’appello di Marco, Gelhat, su Facebook

L’appello

«Ci appelliamo a Papa Francesco ed al Governo italiano affinché si pronuncino sull’aggressione Turca ed i crimini perpetuati dai gruppi Jihadisti supportati da Ankara». L’invito, in concomitanza con la visita a Roma del premier turco Erdoğan, arriva da tre combattenti internazionali italiani in Siria ad Afrin tra i quali il rodigino 23enne Marco, nome di battaglia Gelhat Drakon. «Mentre vi arrivano queste righe – scrivono su Facebook i tre - le bombe dell’artiglieria Turca cadono sulle nostre teste. Gli jihadisti supportati da Ankara avanzano cercando di penetrare nel nostro territorio. Centinaia di civili sono stati colpiti e l’aggressione si sta lentamente trasformando in una carneficina». Il popolo di Afrin, aggiunge Marco coi suoi due compagni combattenti, «è parte di quella realtà di combattenti che ha resistito a Kobane, liberato Raqqa e inferto le più dure sconfitti ai terroristi di Isis contribuendo alla caduta del califfato. Abbiamo visto con i nostri occhi donne e bambine in fuga dai loro villaggi venire colpiti a morte. Non contento di massacrare civili l’esercito Turco si è accanito sul patrimonio storico, distruggendo il tempio millenario Ittita di Ain Dara».

Nel frattempo a Venezia, in Piazza San Marco, si è svolta una manifestazione dei centri sociali contro la visita di Erdoğan in Italia.

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