Veneto, 6 ottobre 2017 - 11:28

San Teonisto diventa teatro
Benetton: regalo alla città

L’ex chiesa vicino San Nicolò sarà spazio per la cultura

L’architetto Tobia Scarpa e il patron Luciano Benetton (Balanza) L’architetto Tobia Scarpa e il patron Luciano Benetton (Balanza)
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TREVISO Teatro, concerti, mostre d’arte: la chiesa di San Teonisto rinasce e diventa tutto questo in un solo contenitore, modulabile grazie a una gradinata a scomparsa, che emerge dal pavimento e in grado di accogliere trecento spettatori. Un progetto studiato dall’architetto Tobia Scarpa per Luciano Benetton, che ha acquistato l’immobile nel 2009 e l’ha chiamato «un dono alla città di Treviso».

Il patron Benetton

Il restauro, durato tre anni, è stato presentato giovedì mattina nella sede di Fondazione Benetton: «Un immobile prestigioso e importante era abbandonato, in una zona buia ma di rilievo del centro storico, è importante che i privati intervengano per il bene del territorio – ha sottolineato il patròn -. Noi mettiamo il contenitore, ma chiediamo la collaborazione del Comune, delle associazioni e della città per riempirlo di contenuti». L’inaugurazione è prevista per domenica sera con un concerto; seguiranno visite guidate su prenotazione. Un cartellone vero e proprio ancora non c’è ma le proposte stanno già arrivando. «Dobbiamo immaginare che la gestione abbia dei costi – ha continuato Beneton -. Che sia della Fondazione o del comune non cambia nulla, è un impegno per il futuro. Il nostro compito non è finito, inizia adesso».

Il restauro

Il sodalizio fra Benetton e Scarpa dura da 53 anni e l’ultimo lavoro era stato quello di piazza Duomo, all’ex Tribunale diventato sede del gruppo. I restauri firmati Benetton hanno riaperto luoghi in disuso e questo è il filo conduttore: «Una tessitura non speculativa – ha sottolineato Scapa presentando il risultato -. San Teonisto nasconde molti tesori, e avrà due funzioni. La prima per musica, teatro e magari anche cinema. La seconda per mostre». Il progetto comprende anche la ricollocazione delle opere d’arte entro la fine dell’anno, ha spiegato il direttore Marco Tamaro: «La musica sarà protagonista fin da subito in un dialogo fra antico e moderno».

Il teatro restaurato (Nicoletta Boraso)
Il teatro restaurato (Nicoletta Boraso)

La città della cultura

«Non possiamo che ringraziare per il dono di questo gioiello – ha commentato il sindaco Giovanni Manildo -. Fondazione Benetton ha dimostrato un impegno fondamentale per dare slancio a un quadrante della città, ad attività culturali e di recupero storico architettonico. Vogliamo essere parte attiva di questo progetto, e spero che altri imprenditori seguano questo esempio virtuoso». San Teonisto arriva con significativa puntualità per costruire un altro tassello della Capitale italiana della cultura 2020, titolo per il quale Treviso ha presentato la propria candidatura. Fondazione Benetton ha un ruolo chiave in questa partita, sia con gli spazi culturali di Palazzo Bomben, della rinata chiesa e delle ex Carceri di piazza Duomo (saranno pronte a brevissimo giro per ospitare progetti artistici, di ricerca e sperimentazione per giovani, e sede dell’Imago Mundi di Luciano Benetton), sia tramite la capacità organizzativa, propositiva e di sintesi del direttore Marco Tamaro.

Le associazioni

La chiamata alle armi del «Signor Luciano» trova terreno fertile. L’apertura di uno spazio di così vaste potenzialità non poteva che trovare il plauso delle associazioni culturali della Marca, a partire da quelle che già collaborano con Fondazione. Stefano Trevisi, direttore di Almamusica 433 e organizzatore assieme a Palazzo Bomben del festival di musica antica in Casa Cozzi, ora ha un nuovo spazio in città per i concerti, e sarà uno dei primi ad approfittare di San Teonisto. Positiva è la risposta di Mirko Artuso, attore regista e direttore del Teatro del Pane di Villorba: «Mi sembra una grande opportunità, da anni collaboro con Fondazione Benetton, abbiamo già condiviso diversi progetti – spiega -. Quando un privato, in particolare con il nome di Benetton, apre i cancelli alla città l’occasione è da cogliere. Significa ricchezza di idee, ma anche responsabilità e fatica. Noi ci siamo».

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