4 gennaio 2018 - 11:48

Treviso, manda all’amico foto hard della figlia. Mamma rischia il processo

Ha mandato le foto della figlia tredicenne, via chat.

di Milvana Citter

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TREVISO Immagini inequivocabilmente erotiche di una ragazzina che, all’epoca dei fatti, aveva 13 anni. E a inviare quegli scatti a un pedofilo, è stata la madre. La donna che, più di tutti al mondo, avrebbe dovuto proteggerla e rispettarla. È il dramma di una giovane donna che oggi ha 18 anni, vittima della sua stessa madre. Per questo per la donna, 58enne canadese, la procura distrettuale di Venezia ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di aver diffuso materiale pedopornografico. Un reato pesantissimo, ulteriormente aggravato dal vincolo di parentela perché l’aguzzino è colei che alla vittima ha dato la vita. Una vicenda sulla quale il riserbo degli inquirenti è grande, per tutelare la vittima, una giovane donna che oggi ha 18 anni e vive separata dalla madre. I fatti risalgono al 2012, periodo nel quale madre e figlia vivevano in provincia di Treviso. E proprio nella Marca, la ragazzina avrebbe subito il comportamento della donna. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, sarebbe stata proprio la donna a indurre la figlia a concedersi per quegli scatti osè. Lei avrebbe detto alla ragazzina quali pose assumere per quelle che, nel capo d’imputazione sono definite «rappresentazioni pornografiche». La 13enne, psicologicamente succube della donna, ha accettato. Del resto, a quell’età, la mamma è il punto di riferimento e se la mamma ti dice di fare delle cose le fai. Così la ragazza ha accettato, facendosi riprendere in quegli scatti che sarebbero stati realizzati con una macchina fotografica digitale. Alla 58enne sarebbe poi bastato scaricare la scheda del dispositivo nella memoria del suo computer, per poterle inviare all’amico, via chat.

L’inchiesta della Polizia Postale è partita dalle indagini compiute sullo scambio di foto hard tramite chat
L’inchiesta della Polizia Postale è partita dalle indagini compiute sullo scambio di foto hard tramite chat

L’intervento della Polizia Postale

Un passaggio di materiale pedopornografico che è finito sotto la lente della Polizia Postale per caso. Gli agenti stavano, infatti, indagando su un’altra vicenda, quando si sono imbattuti in quelle fotografie erotiche, che ritraevano una ragazzina, nel computer di un uomo che vive in un’altra regione. Hanno quindi ricostruito il modo in cui quelle immagini erano finite nella sua disponibilità e hanno scoperto l’orrore di una madre che ha «venduto» la figlia, violandone l’intimità e trascinandola in un baratro. Forse solo per accontentare le perversioni di un amico conosciuto in chat. La donna è finita sotto inchiesta e il pubblico ministero Patrizia Ciccarese ne ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di diffusione di materiale pedopornografco. Anche l’uomo è stato denunciato, la sua posizione è al vaglio della procura distrettuale della zona in cui vive, per il reato di detenzione di materiale pedopornografico. Nei giorni scorsi si è tenuta la prima udienza, durante la quale il legale della donna ha sollevato alcune eccezioni sul capo d’imputazione che sono state respinte dal gip Massimo Vicinanza. Il processo è stato rinviato alla fine di gennaio, e la difesa della donna ha annunciato che ricorrerà a un rito alternativo. Probabilmente chiederà di essere giudicata con rito abbreviato, per ottenere lo sconto di un terzo della pena.

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