Veneto, 28 ottobre 2017 - 08:03

Si spacciava per laureato, sindaco a processo per falso (e maximulta)

Curtarolo: dovrà pagare 3750 euro. Lui si oppone

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Il sindaco Fernando Zaramella
Il sindaco Fernando Zaramella

PADOVA In principio fu Giannino, Oscar. Chi se lo dimentica: elezioni politiche 2013, quelle «vinte» da Pier Luigi Bersani e dal suo Pd. Candidato a quelle elezioni come premier, il giornalista Oscar Giannino, alfiere di «Fare per Fermare il declino», inarrivabile nelle sue giacche a quadrettoni, il baffo d’austroungarica memoria e l’eloquio alla Torquemada verso chi mentiva agli elettori, raccontava di un master negli States, e di due lauree (in economia e giurisprudenza) mai ottenute. Geniale, si era perfino inventato una partecipazione allo Zecchino D’oro smentita, con fastidio, dal mago Zurlì. Si ritirò e chiese scusa.

I precedenti

Un malcostume, darsi titoli, che ha toccato anche la civilissima Germania dove Frau Merkel aveva dovuto accettare le dimissioni del ministro dell’Istruzione, Annette Schavan, accusata di aver copiato la tesi di dottorato e per questo destinataria della revoca della sua laurea da parte dell’università di Dusseldorf. Mentre tornando in Italia pure la ministra Fedeli a un certo punto ha dovuto correggere i suoi titoli di studio. Quindi perché stupirsi di un sindaco di provincia? Fernando Zaramella, primo cittadino a Curtarolo, nell’Alta Padovana, ha fatto tutto dopo. Eletto nel maggio 2014 con la civica di centrosinistra «Iniziativa democratica» a guida del paese che ha dato i natali a Massimo Bettin, portavoce del sindaco di Padova Sergio Giordani, Zaramella verrà processato il 22 novembre prossimo per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.

Gli studi

Praticamente per aver dichiarato una laurea in Economia Bancaria conseguita a Venezia nel 1995 che invece non c’è mai stata. Zaramella studente universitario lo è anche stato, risultava iscritto all’anno accademico ‘86/’87 come fuori corso al quarto anno, senza rinnovare l’iscrizione. Torna poi studente a Padova senza che però arrivi mai a discutere la tesi, come invece fatto certificare all’anagrafe degli amministratori, una sorta di carta d’identità che il sindaco eletto deve compilare. Smascherato, anche lui, da chi si era accorto della bugia e, da anonimo, aveva fatto arrivare la cosa in procura, Zaramella (difeso dall’avvocato Ernesto De Toni) era stato condannato dal pm Federica Baccaglini a una multa da 3.750 euro con un decreto penale a cui il sindaco ha preferito opporsi per affrontare un processo e far valere lì le sue ragioni. Anche perché quel titolo che la procura ritiene fasullo non inficia il suo ruolo e le sue decisioni da sindaco.

La bugia

L’atto, che farà da perno al processo, è il numero 6570, protocollato in Comune a Curtarolo il 19 agosto del 2014, il giorno in cui Zaramella aveva messo nero su bianco quell’alloro universitario. Una bugia, per la procura che lo aveva anche condannato, che stride con l’immagine che il futuro primo cittadino dava di sé durante la campagna elettorale in cui si presentava come «formatore bancario, docente di finanza ed economia bancaria». A onor del vero qualcosa cambia poi. Il 27 febbraio 2015 il Comune di Curtarolo protocolla l’atto 1225 che altro non è se una nuova dichiarazione sostituiva di certificazione per gli adempimenti per l’anagrafe degli amministratori locali. In questo secondo documento il sindaco barra le caselle della «licenza di scuola media» e «titoli o diplomi professionali post licenza media superiore». Nessuna notizia invece del titolo di laurea.

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