29 dicembre 2017 - 11:17

La guerra di bus e vaporetti per il business dei turisti

Caos di ricorsi, Antritrust contro Tar. I giudici: tutelare i cittadini

di Alberto Zorzi

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VENEZIA Di giorno l’Antitrust tesse la tela, di notte la giustizia amministrativa la disfa, in un tira e molla degno di Penelope. Il primo a dire a squarciagola da un paio d’anni, anche arrivando a fare più ricorsi a quello stesso Tar, che Venezia si deve aprire al libero mercato nei trasporti pubblici, allo stato attuale troppo chiusi; la seconda a replicare che, invece, Comune di Venezia ed Ente di governo (l’istituzione che pianifica e controlla il settore su scala metropolitana) fanno bene a tutelare linee che, seppur piene di turisti, sono ampiamente usate anche da residenti e pendolari. Ma ora i privati sono sul piede di guerra. «Tra qualche giorno sarò a Venezia, ma se la situazione non si sblocca sono pronto a fare un esposto in procura - dice Alfonso Ronca, titolare della cooperativa Torquato Tasso di Sorrento - E’ l’unica arma che ho di fronte a questo cartello di fatto, dove Actv e Alilaguna, che ne è una costola, hanno un vero e proprio monopolio».

Le linee turistiche

La coop Tasso è quella che negli ultimi mesi ha chiesto al Comune di Venezia e all’Ente di governo di poter aprire delle linee turistiche che colleghino l’hinterland veneziano (Spinea, Jesolo, Marcon, Quarto d’Altino, l’aeroporto di Tessera) con il Tronchetto, da dove partono delle barche da lei gestite insieme ad altre società per tour turistici in laguna. Inoltre ha chiesto di poter avviare un collegamento tra terminal di Fusina, Marittima e Marco Polo. «Non si tratta di servizi in concorrenza con il trasporto pubblico perché hanno prezzi diversi (6 euro sola andata, 10 andata e ritorno, ndr), sono effettuati con autobus granturismo e fanno meno fermate: sono dedicati ai turisti diretti alle nostre imbarcazioni», dice Ronca, che a dir la verità ha avuto pure lui qualche problema giudiziario, visto che un paio d’anni fa venne arrestato per falso e turbativa d’asta in un’inchiesta della procura di Torre Annunziata su un appalto di scuolabus a Sorrento, per cui ora affronterà il processo. L’Ente di governo ha tirato dritto, affermando che le linee si sovrappongono a quelle di Actv, nonostante l’Autorità Antitrust avesse detto che erano servizi diversi e quest’ultima ha presentato cinque ricorsi al Tar.

La “guerra dei trasporti”

Ma è proprio l’esempio di uno degli apripista della «guerra dei trasporti», la Venezia City Sightseeing (i «vaporetti rossi», che si muovono tra punti turistici secondo il principio dei bus scoperti diffusissimi in tutte le città del mondo), a dimostrare che l’appoggio dell’Antitrust non è una garanzia di successo. Vcs aveva infatti impugnato al Tar il bando con cui nel luglio del 2016 erano stati messi a gara alcuni servizi, tra cui quelli acquei oggi affidati ad Alilaguna per l’aeroporto. «O Venezia torna a essere una Repubblica autonoma o deve accettare le regole europee», aveva ironizzato all’epoca Fabio Maddii, ad di Vcs. La tesi dei legali era che quelle linee non fossero soggette a regime concessorio, perché – come aveva sostenuto la stessa Antitrust – hanno «vocazione turistico-commerciale» e dunque sono da liberalizzare. Ma prima il Tar e, con la sentenza pubblicata integralmente nei giorni, il Consiglio di Stato, hanno smentito questa tesi, dicendo che le linee per il Marco Polo devono comunque essere soggette ai principi di «continuità, regolarità, efficienza ed economicità», perché rivolte anche ai cittadini veneziani: altrimenti il rischio di un regime liberalizzato sarebbe quello di un servizio concentrato solo negli orari più convenienti. L’unico successo di Vcs è stato quello di far togliere dal bando un vincolo che gli stessi giudici romani hanno ritenuto assurdo, ovvero quello di farsi carico, alla «modica» cifra di oltre 13 milioni di euro, della flotta che attualmente gestisce il servizio. Secondo il Consiglio di Stato, infatti, il vincitore potrebbe già averne una propria. Ora il Comune dovrà dunque rifare il bando.

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