28 febbraio 2018 - 09:29

Fanpage, ecco la donna dei rifiuti: «Abbiamo alleanze politiche»

E’ l’architetto trevigiano Grazia Canuto: «Una montatura, li querelo»

di Alberto Zorzi

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VENEZIA «Qui c’è la Veritas, quella dei rifiuti di Venezia. E qua ci potrebbe essere una bella realtà. Il proprietario mi ha incaricato di trovare un gruppo russo o cinese». La donna misteriosa dell’inchiesta del sito internet Fanpage sui rifiuti ha finalmente un nome e un cognome: è l’architetto Maria Grazia Canuto, esperta di ambiente, professionista laureata a Venezia e residente a Treviso.

Le finte credenziali

Online risulta anche docente di Criminologia ambientale all’università di Padova, ma sul sito il suo nome non compare, mentre lei nel nuovo video pubblicato sul sito di Fanpage e girato da Nunzio Perrella, ex camorrista e oggi «agente provocatore» dell’inchiesta, dice di insegnare al Ciels di Padova, un campus di formazione. Dice di essere consulente del ministero dell’Ambiente, ma da Roma avrebbero smentito la circostanza. Ma è lei che si presenta a Perrella con l’imprenditore dei rifiuti Giuseppe Severin, proprietario dell’area a fianco di quella di Veritas dove c’è il progetto Venice Europe Gate, investimento da centinaia di milioni di euro per un terminal petrolifero. «Io sono partita dalla Veritas, che ha l’area di stoccaggio più importante d’Europa e confina con la nostra - continua lei nel video -. Ho chiesto all’amministrazione: perché non facciamo un ampliamento nella nostra area? Noi abbiamo autorizzazione allo stoccaggio dei petroli e alla commercializzazione». Perrella è interessato, dice di voler mettere sul piatto oltre due milioni di euro. «Io voglio certezze», chiede. «Ma te la faccio dare dal sindaco, dall’assessore - replica lei - Dopodomani siamo con il sindaco e il ministro, vieni alle 16?».

Grazia Canuto la donna finita nella bufera nell’inchiesta sui rifiuti di Fanpage
Grazia Canuto la donna finita nella bufera nell’inchiesta sui rifiuti di Fanpage

Il coinvolgimento del ministro Galletti

Canuto, che nega tutto, dà corda al finto camorrista e spiega che bisogna fare presto. «Abbiamo delle buone alleanze politiche, finché abbiamo questa politica entro un anno dobbiamo fare tutto - afferma - perché se dopo ci capita un Cacciari, o un 5 Stelle... diventa un parco tecnologico dove mettono piantine e serre per i fiori». «Mamma mia», replica Perrella. E quindi si passa al Vega di Mestre, dove avviene l’incontro il 26 gennaio. Lei gli presenta varie persone: «il presidente di Confindustria» (ma in realtà non lo è), «il capo del Comune di Venezia», quindi parla al sindaco Luigi Brugnaro, che però è di spalle. «Siamo tutti amici, non abbiamo problemi, ci incontriamo sempre la sera a cena», dice Canuto, che poi fa parlare Severin con il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. L’imprenditore spiega che faranno la bonifica su un milione di metri quadri. «Un sistema innovativo, 30 centimetri di calcestruzzo con la guaina impermeabile, senza spostare rifiuti a destra e manca». Il ministro, ignaro di tutto, dice di parlare con un suo collaboratore. Le ultime immagini sono quelle già note, cioè la trattativa per l’anticipo di 2,8 milioni «sporchi» («camorra, droga, rapine, sangue») da ripulire e la consegna in un hotel di Mestre di una valigetta che in realtà contiene pacchi di paccheri, una pasta tipica napoletana.

L’area a Porto Marghera dove avrebbe dovuto sorgere il sito di stoccaggio dei rifiuti pagato con i soldi della camorra
L’area a Porto Marghera dove avrebbe dovuto sorgere il sito di stoccaggio dei rifiuti pagato con i soldi della camorra

«Una truffa, vi querelo»

Ma Canuto non ci sta ed è pronta a querelare Fanpage. «E’ una truffa, una montatura - si arrabbia - Io parlo con tutti e avevo capito che questa persona era strana. Quale camorrista parlerebbe così espressamente di sangue e droga? Io ho la cittadinanza onoraria per il mio impegno nella terra dei fuochi, hanno tentato di uccidermi, so chi sono». Perrella inizialmente si sarebbe presentato come Paolo. «L’ho conosciuto in un’azienda di Ponzano Veneto, dove tutti lo veneravano - racconta - ma quando gli ho chiesto un biglietto da visita non me l’ha dato, non ce l’aveva». Allora perché non l’ha denunciato subito? «Su consiglio dei miei avvocati sono stata al gioco per vedere fino a dove sarebbe arrivato», dice lei. Ora però prevale la rabbia. «Fanpage ha fatto carne da macello di me e di altri e pagherà per questo - dice - Io sono per bene e ho avuto un danno gravissimo, sono stata trasformata in una criminale. Severin ha avuto due contratti annullati e problemi con le banche».

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