30 marzo 2018 - 11:14

Isis, sale l’allerta antiterrorismo. L’aiuto al Veneto di jihadisti «pentiti»

I prefetti: potenziati i controlli ai luoghi affollati per la Pasqua

di Michela Nicolussi Moro

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VENEZIA La concomitanza tra la Pasqua e l’arresto, mercoledì a Torino, di un tunisino militante dell’Isis che progettava un attentato in Italia ha riacceso i riflettori sull’allarme terrorismo. Su input del ministro dell’Interno Marco Minniti («la minaccia jihadista non è mai stata così alta in Italia»), anche i prefetti veneti hanno disposto il potenziamento della vigilanza su obiettivi sensibili, centri commerciali, aeroporti, stazioni ferroviarie e luoghi di particolare affollamento nel lungo weekend di festa.

Aumentano i controlli

«Il Viminale ha esortato noi e i questori ad aumentare i controlli anche su moschee, luoghi di culto, carceri, strade, monumenti, piazze e strade più frequentate dai turisti in questi giorni — conferma Carlo Boffi, prefetto di Venezia —. L’aiuto dei cittadini resta fondamentale nel segnalare movimenti o individui sospetti». «Se finora l’Italia non è stata attaccata è proprio grazie al grande lavoro delle forze dell’ordine — osserva il prefetto di Padova, Renato Franceschelli —. Decisivo pure il monitoraggio continuo dei detenuti islamici, atto a evitare radicalizzazioni pericolose. Già alcuni soggetti sono stati segnalati alla Digos». Un fronte sul quale il Provveditorato alle carceri del Triveneto, con sede a Padova, gioca un ruolo fondamentale: da tre anni è capofila di un progetto finanziato dalla Ue e culminato nell’attivazione di una piattaforma informatica dalla quale le forze dell’ordine, la magistratura e i governi dei Paesi europei possono attingere notizie, dati e materiale utile a riconoscere il profilo di persone pericolose. «Nell’operazione abbiamo coinvolto foreign fighters dell’Isis “pentiti”, che periodicamente vengono a Padova per esempio dalla Libia o dal Regno Unito e ci aiutano a capire il fenomeno terrorismo — rivela il provveditore Enrico Sbriglia —. Ci spiegano le ragioni di adesione all’Isis, che spesso non hanno nulla a che vedere con la religione, ma con questioni geo-politiche, economiche o semplicemente quotidiane. Come la mancanza dell’acqua nel villaggio, la scelta del capo tribù di stabilire accordi con gli jihadisti e non col governo, l’indifferenza o la difficoltà degli europei a semplificare il processo di integrazione dei migranti. I foreign fighters riconvertiti alla causa dello Stato di diritto, spesso rischiando la vita, non fanno attività di intelligence ma ci forniscono indicazioni preziose, si stabiliscono in Europa e si integrano nella comunità, vivono la vita di quartiere, vanno nelle scuole a portare l’altra voce, quella sana, dell’Islam».

Sorveglianza speciale nelle carceri

Il progetto, affiancato da altri due sempre a tema e sempre affidati dalla Ue al coordinamento del Triveneto, ha agevolato una sorveglianza speciale nei riguardi di diversi detenuti nelle carceri del Nordest. «Disponiamo di personale dedicato e formato — spiega ancora Sbriglia —. Non ci preoccupano i reclusi extracomunitari che dichiarano la loro religione, ma quelli che professano un radicalismo violento, una predisposizione al conflitto con le altre fedi, considerate nemiche». Attenzione allora anche agli italiani convertiti. «E a quelli che stanno rientrando in Italia — avverte il prefetto di Verona, Salvatore Mulas —. L’allerta è massima, anche perchè sotto Pasqua arrivano migliaia di turisti, solo il lago di Garda attira 22/25 milioni di visitatori l’anno. In più Verona è teatro del Mondiale di scherma Junior e del Vinitaly». Blindate le stazioni ferroviarie, con la Polfer del Veneto che schiera 650 uomini dotati di metal detector contro i borseggiatori, a bordo di 30 treni, lungo le linee ferroviarie e sui convogli notturni. Già identificate 220 persone. «Sono stati intensificati pure i servizi di polizia stradale, oltre al contrasto ai reati predatori e al degrado urbano, in particolare all’accattonaggio molesto», precisa il prefetto di Belluno, Francesco Esposito. A Padova invece mercoledì notte i carabinieri hanno fermato un tunisino irregolare che si aggirava in centro con un coltello sotto la giacca. Arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, ha patteggiato undici mesi ed è tornato libero, perchè non sono emersi legami con il terrorismo.

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