31 marzo 2018 - 08:42

Lasciato fuori dalla discoteca «perché è un ragazzo negro»

Caldogno, escluso dalla festa. Il direttore del locale: «Non si comporta bene, il razzismo non c’entra». Una mamma: ho visto fuori dalle porte una ventina di ragazzi, tutti di colore

di Redazione Regione

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CALDOGNO (Vicenza)L’hanno aspettata per mesi quella festa, gli studenti del liceo scientifico Quadri di Vicenza, che giovedì sera hanno invitato al grande evento organizzato nella discoteca «Nordest» di Caldogno anche i ragazzi degli altri istituti superiori della provincia. Centinaia di biglietti venduti, i preparativi, l’emozione. E quattro compagni di classe, amici dalle scuole elementari e oggi quindicenni, accompagnati dalla mamma di uno di loro alla «strafesta». Orario d’inizio 22.30, uscita a mezzanotte e mezza.«Ma quando sono arrivati all’ingresso tre di loro, italiani, sono potuti entrare e uno, originario del Congo però in Veneto da quando era piccolo, è stato lasciato fuori dai due buttafuori — racconta Francesco Morana, il padre di uno degli adolescenti —. Tutti avevano mostrato i documenti, che però, anche a causa del buio, non sono stati controllati. Mio figlio e gli altri due tornano indietro e chiedono perchè l’amico non può seguirli, ma i vigilanti cercano di allontanarli con modi scortesi. Allora rientrano e cominciano a scambiarsi sms con il compagno ancora all’uscita. Lui spiega: mi hanno detto che devono fare dei controlli». Il tempo passa e dopo mezzora uno dei tre studenti invia alla mamma, che li aveva accompagnati, un messaggino: «Non lo fanno entrare perchè è negro».

Una foto della discoteca «Nordest» di Caldogno (archivio)
Una foto della discoteca «Nordest» di Caldogno (archivio)

La risposta dei body guard

La signora torna al Nordest, vede il ragazzino lì fuori e ne chiede il motivo ai body guard. «Le hanno risposto che stavano solo mettendo in pratica le disposizioni della direzione — riferisce Morana — e che esiste una black list dei soggetti indesiderati nota a tutti i locali vicentini. Ma non avevano alcun elenco in mano, nè hanno controllato i documenti al ragazzo escluso dalla festa e che, essendo una persona molta buona e tranquilla, non ha protestato». La signora chiede di parlare con il gestore, la sicurezza le risponde che non è possibile e aggiunge: «Non siamo razzisti, facciamo entrare tutti qui, bianchi, neri, rossi e verdi». Ma la mamma si guarda intorno e si accorge che gli adolescenti rimasti fuori sono tutti di colore. Una ventina, assicura lei. Ormai si era fatta mezzanotte e così non le è rimasto che riportare a casa il figlio e i tre amici. «E’ proprio una brutta storia — riflette Morana — era una festa di studenti per studenti, che tutti i giorni convivono con coetanei di diverse etnie, per loro è la quotidianità. Un episodio del genere li ha molto amareggiati, è un brutto esempio da parte degli adulti. Ne ho parlato con gli altri genitori e ho presentato un esposto all’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali». Diversa la versione del direttore della discoteca «Nordest»: «Il razzismo non c’entra niente, abbiamo tutto l’interesse a far entrare più gente possibile per incassare: questi eventi costano. La festa delle scuole si tiene due volte l’anno, a Natale e a Pasqua, e ogni volta si presenta qualche grana. La vigilanza ha carta bianca, decidono i buttafuori chi far passare e chi no e se quel ragazzino è stato escluso la ragione è una sola: probabilmente l’ultima volta che è stato qui, ha combinato qualcosa. E chi non si comporta correttamente sta fuori, sia bianco, grigio, giallo, italiano, rumeno o africano. Tra gli stessi bodyguard ci sono stranieri. Tutti i genitori pensano che i figli siano dei santi — aggiunge il direttore — ma quando ci sono eventi che coinvolgono i giovanissimi, emergono sempre problemi».

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