9 aprile 2018 - 09:11

Anoressia, allarme al Sant’Orsola di Bologna: «Sempre più casi, il centro scoppia»

Sos del professor Franzoni: «Si ammalano già a 10 anni». E lancia un appello anche agli allenatori sportivi. La scrittrice Caterina Cavina attacca su Facebook la prova costume

di Luciana Cavina

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BOLOGNA - «Qualche anno fa —confida il neuropsichiatra infantile Emilio Franzoni — si presentò al nostro Centro per i disturbi del comportamento alimentare una ragazza arrivata sesta a Miss Italia, convinta di essere brutta. Per qualche chilo in più. Che vedeva solo lei». Storie di ordinaria dismorfofobia. O semplicemente di scarsa autostima. Condizione che conduce, nella migliore delle ipotesi, a una vita triste, se non a una profonda depressione. Fino a innescare, ci dice il professore, «in soggetti già predisposti, forse geneticamente» il tunnel dell’anoressia.

Il post della scrittrice Caterina Cavina

Di recente, a ridosso del suicidio della 15enne di Rivoli che si è tolta la vita perché si considerava «troppo grassa», la bolognese Caterina Cavina si è scagliata su Facebook contro l’imperativo della «prova costume», sbandierato in ogni dove e nelle pubblicità che martellano al primo anelito di primavera. Lei è autrice dei romanzi di successo, Le ciccione lo fanno meglioe Le ciccione lo fanno sempre meglio, in realtà più profondi del titolo che li accompagna. Che parlano anche di donne vittime di ciò che il mondo vorrebbe da loro. «Tacete!», intima dunque sui social la scrittrice a chi pubblicizza beveroni e cure dimagranti. «Perché il corpo della donna deve essere messo alla prova? Non è già abbastanza provato?» Parla di «ideologia sessista, razzista e omicida», «Perché ci sottoponiamo a tutto questo?», «Perché dobbiamo morire per due centimetri di cellulite che sicuramente non ci tolgono la possibilità di camminare, esplorare, sorridere, vivere?».

Franzoni: «Malati già a 10 anni»

Emilio Franzoni
Emilio Franzoni

Evocare la morte non è esagerato, dato che, come ricorda pure Franzoni, quando l’ossessione per la magrezza diventa patologia, si muore. «È vero che nella trappola dell’anoressia — specifica il luminare — ci cade lo 0,5 o 0,8 per cento delle adolescenti, ma è anche vero che il fenomeno comincia a interessare i maschi e ci si ammala sempre più presto, anche a 10 anni. E i centri come il nostro al Sant’Orsola scoppiano: arrivano fino a 350 adolescenti dai 12 ai 24 anni ogni anno, anche la fascia dai 0 ai 12 è sempre più in emergenza e non riusciamo a prendere in carico tutti in tempo per una cura efficace. Abbiamo, inoltre, solo un massimo di 9 posti letto».

L’appello alla pubblicità e agli allenatori sportivi

«Chi fa pubblicità o parla ai giovani dovrebbe tenerne conto — esorta il medico — Dovrebbero tenerne conto gli allenatori di ogni sport che esaltano il mito della magrezza. Bisogna prevenire in famiglia e nelle scuole, spesso è troppo tardi». Esiste una voglia sana di sentirsi più in forma, «anche se piacersi di come si è fatti dentro renderebbe tutti più felici» ma ad un certo punto, almeno i genitori devono preoccuparsi.

Quando preoccuparsi

Quando? «Quando dalla dieta si eliminano i carboidrati o i grassi o quando ci si fissa solo su alimenti biologici, negandosi molti nutrienti. Anche questo è un disturbo alimentare, con un nome: ortoressia». C’è anche la vigoressia «la ricerca del fisico muscoloso e palestrato», che attanaglia anche i maschi. «Negli anni 90 la percentuale dei ragazzi, tra le vittime di questo disturbo era del 2 per cento, ora siamo già al 10 per cento».

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