12 gennaio 2018 - 08:53

Casini candidato, il Pd si arrende: «Ma chiediamo un bilanciamento»

Grandi manovre anche per i posti in giunta e consiglio di Comune e Regione

di Olivio Romanini

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BOLOGNA - Nei palazzi della politica in questi giorni è stata registrata la contrarietà del segretario del Pd, Francesco Critelli alla candidatura a Bologna del centrista Pier Ferdinando Casini ma in via Rivani si è compreso bene che non c’erano sponde per giocare una partita aperta contro il Nazareno. Non c’era di sicuro la sponda del deputato Pd, Andrea De Maria da sempre uomo del compromesso dentro il partito. E dunque via Rivani ha sostanzialmente accettato il «sacrificio» di avere Casini in un posto ambito ma chiederà a Matteo Renzi delle compensazioni.

Il pensiero della segreteria di via Rivani è stato riassunto bene ieri dal capogruppo a Palazzo d’Accursio, Claudio Mazzanti: «I malumori quando si decidono le candidature ci sono sempre, il Pd non fa eccezione ma dal momento che si è scelta, l’alleanza va portata avanti. Il punto non è candidare Casini, ma non avere dei punti di debolezza nella tua lista». In che senso? «Bisogna trovare un bilanciamento: se la scelta sarà di avere Casini a Bologna, allora bisognerà avere candidati forti nella lista del Pd, altrimenti rischi di pagare dazio». Detto in altre parole: si può accettare Casini se poi gli altri candidati li decide il Pd di Bologna. Si vedrà, ma di sicuro cercare di incrociare la lista delle richieste con quella dei posti disponibili sarà un esercizio impossibile. Per questo, come si fa in politica, si cercano altre strade. La prima è il possibile rimpasto di giunta del sindaco Merola che potrebbe far posto a due nuovi assessori placando in qualche modo i legittimi appetiti dei dirigenti Dem. Ad esempio un profilo come quello di Marco Lombardo che poteva anche ambire ad una corsa in Parlamento potrebbe essere dirottato nella giunta Merola.

Ma c’è un altra strada che può essere seguita. Le candidature alle Politiche promuoveranno qualche effetto a cascata sulle altre istituzioni. Qualche esempio: il capogruppo del Pd in Regione, Stefano Caliandro era uno dei tanti in pista per un posto in Parlamento ma potrebbe sempre esserci per lui la possibilità di entrare nella giunta Bonaccini se uno degli assessori (come pare probabile) si candiderà al Parlamento. A quel punto in consiglio regionale entrerebbe la prima dei non eletti, Daniela Vannini, che all’ultimo congresso aveva appoggiato Critelli.

Non ci sono più i posti di un tempo perché non c’è più la Provincia, perché il partito non è più quello di una volta e si fa quello che si può. Ma qualche buon incarico c’è sempre: ad esempio se come pare il sottosegretario alla presidenza in Regione, Andrea Rossi si candiderà lascerà il suo posto vuoto e quella poltrona potrebbe essere occupata dal deputato uscente del Pd, Davide Baruffi che non sarà ricandidato.

Con l’eventuale ingresso di Lombardo nella giunta Merola, in consiglio comunale entrerebbe Gabriella Montera, ex assessore provinciale all’Agricoltura. L’eventuale secondo assessore potrebbe invece essere scelto fuori dal consiglio comunale. Anche per una ragione da non trascurare: la seconda dei non eletti che entrerebbe in consiglio è Raffaella Lama che nel frattempo ha aderito a Liberi ed uguali. Difficile che il Partito democratico voglia premiarla con un posto in consiglio comunale

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