1 marzo 2018 - 17:47

Bologna, «sposo trans». Matrimonio annullato dal tribunale ecclesiastico

Compaiono questioni di genere tra i fascicoli per la Sacra Rota. Richieste di nullità in aumento. Zuppi: «Spero crescano ancora di più, per dare soluzione a situazioni di sofferenza»

di Redazione online

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L’arcivescovo Matteo Zuppi
L’arcivescovo Matteo Zuppi

BOLOGNA - Le questioni di genere fanno la loro comparsa anche tra i fascicoli per la Sacra Rota. A raccontarlo è don Massimo Mingardi, vicario giudiziario del tribunale ecclesiastico Flaminio, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. «Al momento il fenomeno è residuale- afferma don Mingardi- ma abbiamo casi di persone che negavano o che hanno scoperto successivamente al matrimonio il loro orientamento sessuale, oppure che avevano un’incertezza sulla loro identità di genere».

Il caso

Il vicario cita in particolare un caso che risale al periodo precedente la riforma del processo ecclesiastico voluta da Papa Francesco, quindi almeno due anni fa. Si tratta del caso di una persona nata donna che, nel corso della sua vita, ha intrapreso il percorso anche chirurgico per diventare uomo, fino ad arrivare a sposarsi in chiesa. Il matrimonio però è finito e i due coniugi hanno chiesto l’annullamento. La moglie, tra le altre cose, ha dichiarato di essere a conoscenza prima delle nozze del percorso di transizione del marito da un sesso all’altro. E questa, conferma don Mingardi, è stata una delle cause principali per la sentenza di nullità, anche perché «quello per la Chiesa non era un matrimonio tra un uomo e una donna».

Richieste di nullità in aumento

Aumentano, in generale, le richieste di nullità del matrimonio presentate al Tribunale ecclesiastico regionale Flaminio di Bologna. Ma la speranza dell’arcivescovo Matteo Zuppi e’ che «in futuro queste cause possano crescere anche di più». Il numero uno della Chiesa bolognese e della Cei dell’Emilia-Romagna lo afferma questa mattina all’inaugurazione dell’anno giudiziario del tribunale. «Io avrei pensato e sperato, e mi auguro anche per il futuro, che le cause di annullamento possano crescere, visto il numero di separazioni- afferma Zuppi- questa e’ la via ordinaria che Papa Francesco ha indicato, anche nell’accezione della cosiddetta via breve, che serve per facilitare i tempi, ricordando che e’ gratuito e che i tempi sono certi». Dunque, insiste l’arcivescovo, «mi auguro che questo strumento, che puo’ sanare delle situazioni, possa essere utilizzato di piu’. Spero che tanti che vivono in situazioni di sofferenza possano cosi’ trovare una soluzione».

I numeri

Nel 2017 sono arrivate a sentenza 101 cause, contro le 95 dell’anno precedente: in 90 casi il matrimonio e’ stato annullato, negli altri 11 la richiesta e’ stata respinta. Netto l’aumento delle cause introdotte: 92 l’anno scorso contro le 62 del 2016. Si ricorre invece meno del previsto al cosiddetto `processo breve´ introdotto dalla riforma di papa Francesco. «Non c’e’ stato un numero esorbitante», conferma Mingardi. Nel 2017 si sono chiuse sette cause di questo tipo, tutte con esito affermativo, di cui quattro pendenti dal 2016.

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