20 dicembre 2017 - 10:00

Regione, la legge «taglia cemento» passa. Ma spezza il centrosinistra

Ok solo dal Pd. No da sinistra, M5S e Lega. Si astengono i forzisti. Bonaccini minimizza: «Uno strappo, la coalizione non finisce qui. Sul bilancio marceremo insieme»

shadow

BOLOGNA - L’Emilia-Romagna ha una nuova legge urbanistica, che nelle promesse del presidente Stefano Bonaccini rappresenterà «una svolta storica», con l’obiettivo di far diminuire il consumo di suolo, abbattere le attuali previsioni urbanistiche di espansione, sostenere i progetti di rigenerazione e semplificare le procedure dei Comuni. Un provvedimento però discusso e criticato fin dalla sua presentazione e che, nonostante un lungo iter di confronto, ha portato una spaccatura in maggioranza tra Pd e sinistra: la legge è passata con i soli voti favorevoli dei dem e i no di M5S, Lega Nord e soprattutto Sinistra italiana, Gruppo misto-Mdp e l’Altra Emilia-Romagna (quest’ultima fuori dalla maggioranza). Forza Italia si è invece astenuta, assente Fratelli d’Italia.

Un’incrinatura nella coalizione di centrosinistra che Bonaccini ha subito provato a minimizzare. «Per quanto ci riguarda la nostra alleanza non finisce con questo voto — ha commentato a caldo il governatore — perché nell’ambito di una legislatura possono capitare episodi di questo tipo, anche se è successo su un provvedimento importante al quale teniamo molto. Credo però che già da giovedì con la votazione del bilancio dimostreremo che la coalizione è solida e andrà avanti». Del dibattito avvenuto in aula e degli attacchi ricevuti da sinistra Bonaccini trae degli spunti per guardare al futuro. «È emersa la volontà di collaborare per monitorare i risultati ottenuti dalla legge e per questo sarà istituito un osservatorio che ne valuterà gli effetti. Il nostro obiettivo è far ricredere chi adesso ci critica».

La legge sarà in vigore dall’1 gennaio e adesso i Comuni (che si doteranno di uffici di piano per adottare le novità) avranno tre anni di tempo per avviare i procedimenti di approvazione e due anni per concluderli. «Ci eravamo posti questo obiettivo e lo abbiamo raggiunto. Lo sviluppo economico — aggiunge Bonaccini — dovrà essere accompagnato dalla parola sostenibilità, agli ottimi risultati raggiunti nella lotta alla disoccupazione vogliamo aggiungere quelli nel combattere il consumo di suolo. L’ampia approvazione ottenuta dalle categorie economiche e dagli amministratori degli enti locali è il chiaro segnale di un percorso partecipato per arrivare a questo traguardo». Ma sono proprio le mancate (o poche) modifiche al testo originario che continuano a tenere sugli scudi le opposizioni e le associazioni ambientaliste: nel mirino le deroghe, considerate troppe, che potrebbero permettere di eludere i nuovi vincoli (scopo della legge è abbattere del 60% le attuali previsioni urbanistiche e imporre che il consumo di suolo in ogni Comune non superi il 3% del territorio urbanizzato, finora era l’11%). «Ho sentito parlare di mille deroghe ma sono solo quattro — replica l’assessore alla Programmazione territoriale, Raffaele Donini — e riguardano infrastrutture e insediamenti strategici per lo sviluppo del territorio. In realtà, per la prima volta, saranno premiati i progetti rispetto alle rendite fondiarie e poniamo dei seri ostacoli alle mafie».

Nella serata di lunedì c’era stato l’ultimo tentativo di portare a un voto favorevole Sinistra italiana (Igor Taruffi e Yuri Torri) e Gruppo misto-Mdp (Silvia Prodi), ma la bocciatura in aula dei loro emendamenti ha portato alla spaccatura. «Abbiamo dimostrato di non essere sempre quelli che dicono sì, né di essere solo per il no. È nato un quarto polo — commenta Taruffi— che unisce la sinistra. Quest’area si è consolidata e rispetto ad altre Regioni tiene dentro tante realtà». «Sul bilancio non ci saranno problemi — aggiunge Prodi — ma su questo provvedimento e l’impegno che deriverà per i Comuni mi aspettavo di più».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA