14 febbraio 2018 - 11:44

Bologna, Errani contro Casini: «Non si toglie il rosso dai muri della città»

«La mia amicizia con Prodi? Non è in discussione, ma qui c’è un punto politico: il nostro centrosinistra non c’è più. Purtroppo ». E l’ex governatore cita Lucio Dalla

di Olivio Romanini

shadow

BOLOGNA - Le due sinistre sono riuscite a litigare anche su Macerata. Che idea si è fatto di quello che è successo nel Paese negli ultimi giorni?
«Quello che è successo — spiega l’ex governatore pd Vasco Errani, oggi candidato alle Politiche per Liberi e uguali — ci dice che occorre tenere alti i riferimenti fondamentali della nostra convivenza civile e democratica. Abbiamo una Costituzione che è nata dalla Resistenza e bisogna costruire l’unità di tutti i cittadini attorno a quei valori perché la Resistenza non è stata solo di una parte, ma di un intero popolo che si è riscattato dalla vergogna del fascismo. Bisogna esserci ovunque e reagire e per questo è stato giusto andare a Macerata e in tutte le piazze d’Italia, sono orgoglioso che Leu lo abbia saputo fare».
La sua sfida con Casini al collegio di Bologna del Senato è la partita di cartello in Emilia delle prossime elezioni. Lei per ora non ha fatto polemiche e si è limitato a dire che le radici non sono acqua: ce l’aveva con l’ex presidente della Camera?
«Casini ha ribadito di essere un moderato, ha ragione. Non bisogna fare confusione, non si riscrive la storia di una città. Imbeni, Zangheri e Guazzaloca (citati in un’intervista alCorriere di Bologna da Casini, ndr) hanno portato avanti progetti diversi, i bolognesi lo sanno. Ho detto che le radici non sono acqua perché i valori e le idee sono fondamentali se vogliamo dare un futuro e una speranza a questo Paese».
Casini però dice che il mondo è cambiato.
«Certo che il mondo è cambiato, non guardo alle vecchie contrapposizioni del Novecento. Io credo che una svolta centrista sia un errore, è qualcosa di politicista, astratto, bisogna tornare a Bologna e alle sue grandi potenzialità. Lucio Dalla quando cantava “Bologna con il suo rosso sui muri alle spalle che a poco a poco sparisce, metto la freccia e vado sulla luna...”».
Proviamo a stare al merito: quali sono i valori o le idee che non ha più trovato nel suo partito?
«Il Jobs act si cambia o no? Per noi è indispensabile farlo e ridare diritti ai lavoratori, contrastando la precarietà, è il lavoro buono quello che fa crescere il Paese. Non dobbiamo guardare indietro, basta vedere cosa fa la Germania o quello che si fa in importanti aziende di questa regione. Si deve andare avanti con la politica dei bonus? Per noi no, perché non intervengono sulla riduzione delle disuguaglianze. Serve un grande investimento sulla scuola e sui servizi? Per noi sì. E anche sui diritti civili bisogna andare avanti ancora».
Pier Luigi Bersani ha detto che il modello della sinistra di governo in Emilia oggi è appannato. Concorda?
«Quello che voleva dire, e che penso anche io, è che le esperienze di questa regione tante volte hanno segnato le politiche nazionali, oggi purtroppo non è così perché le politiche nazionali hanno un altro segno».
Il suo amico Romano Prodi ha speso parole nettissime sul progetto di Liberi e uguali: ha detto che non lavorate per l’unità del centrosinistra. Che pensa di questo giudizio?
«La mia amicizia con Romano non è in discussione, ma qui c’è un punto politico: il nostro centrosinistra, quello anche di Prodi, non c’è più. Purtroppo sono state fatte altre scelte».
Dopo il 4 marzo cosa succederà con il Pd? Continuerete a marciare divisi?
«Dopo le elezioni bisogna riprendere un ragionamento chiaro, serve una discontinuità autentica sulle politiche e solo a quel punto si può provare a ricostruire un progetto con tutte le forze progressiste di sinistra riformista e di governo per rispondere ai problemi reali del Paese e costruire un’alternativa. Noi faremo la nostra parte in Parlamento per portare a casa dei risultati concreti».
Non è che fin che c’è Renzi rimarrete divisi?
«Il problema è politico e strategico, non è una questione di nomi. Voglio essere più chiaro su questo punto: i problemi non si risolvono scambiando le figurine».
Che cosa pensa di quello che sta succedendo nel Movimento 5 stelle?
«Hanno fatto i censori e ora si trovano davanti a un problema, però il guaio non è questo, è che non si capisce che proposte hanno per il Paese».
Pensa di riuscire davvero a fare il ribaltone contro Casini?
«Io ho una sola preoccupazione: ridare voce ed essere un punto di riferimento per una sinistra di governo e per gli elettori che non avevano più una casa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA