28 febbraio 2018 - 12:58

Autonomia per l’Emilia-Romagna, c’è la firma con il governo

Firmato a Palazzo Chigi l’accordo con il governo, di durata decennale. Le materie: lavoro, istruzione, salute, tutela dell’ambiente. Ora serve una legge

di Redazione online

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BOLOGNA - È stato firmato a Palazzo Chigi attorno a mezzogiorno, mercoledì, l’accordo sulla cosiddetta autonomia differenziata tra il governo, rappresentato dal sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, e le Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Le materie su cui la Regione ottiene più mano libera sono quattro: politiche del lavoro, istruzione, salute, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema. In più, governo e Regione si impegnano a rafforzare le forme di partecipazione delle autonomie territoriali al consolidamento dell’Unione europea e all’intensificazione delle relazioni e cooperazione transfrontaliere.

Autonomia per fare cosa?

Nella pratica, fa sapere viale Aldo Moro, la Regione in base all’accordo ha autonomia legislativa e amministrativa «rinforzate» per definire, per esempio, l’offerta di istruzione regionale, organici compresi, per potenziare l’istruzione tecnica, gestire le misure per nuova occupazione, per l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale di soggetti deboli, per adeguare la formazione dei futuri medici alle esigenze del territorio, per potenziare i controlli sulla sicurezza sul lavoro, programmare e realizzare piani pluriennali di edilizia scolastica, edilizia sanitaria e politiche ambientali.

Le risorse

E le risorse? La Regione parla di «risorse certe» ottenute con la compartecipazione al gettito dei tributi erariali generato sul territorio regionale, o riserva di aliquota, e adottando il criterio dei fabbisogni standard, superando così quello della spesa storica: si passa cioè dai trasferimenti alle Regioni sulla base di quanto speso dall’amministrazione regionale l’anno precedente a quelli definiti prendendo a riferimento la Regione più virtuosa, ovvero al costo di un servizio determinato nelle migliori condizioni di efficienza e appropriatezza.

La legge

L’accordo si basa sull’articolo 116 della Carta costituzionale, che al terzo comma prevede l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori «forme e condizioni particolari di autonomia» attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata. Ecco dunque l’intesa firmata mercoledì, che ha durata decennale. Perché l’autonomia diventi realtà serve ora una legge. Prima però ci sono le elezioni di domenica.

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