13 gennaio 2018 - 11:47

Elezioni, anche a Bologna crociata leghista sui vaccini: «No all’obbligo, seguiamo il Veneto»

In tv il duello Borgonzoni-Gualmini. Intanto il centrodestra cerca la quadra sulle candidature

di Beppe Persichella

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Novembre 2015: Berlusconi, Meloni e Salvini a Bologna
Novembre 2015: Berlusconi, Meloni e Salvini a Bologna

BOLOGNA - I vaccini entrano nella campagna elettorale che si disputerà anche sotto le Due Torri. La Lega Nord ha già annunciato che, una volta al governo, cancellerà la legge che porta il nome del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. A farsi portavoce del verbo salviniano qui in città è la consigliera comunale del Carroccio Lucia Borgonzoni, che ospite l’altra sera di Corrado Formigli a Piazzapulita si è scontrata su questo tema con la vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini. E all’indomani della puntata televisiva la leghista ribadisce la sua posizione: «L’obbligo vaccinale terrorizza la gente e questa è l’ultima cosa che serve. Meglio informare».

Il modello a cui guarda Borgonzoni è quello del Veneto, «che ha scelto di fare una campagna informativa arrivando, per quanto riguarda il morbillo, al 95% della copertura vaccinale». Il tema in regione è molto sentito, visto che in Romagna nell’ultimo periodo si sono toccati livelli di copertura allarmanti e il movimento no vax è più diffuso che altrove. Tanto che Viale Aldo Moro ha deciso di approvare una legge che ha poi ispirato la ministra della Salute. «Noi non vogliamo strizzare l’occhio ai no vax — assicura la leghista — ma poniamo un modello, quello del Veneto, che funziona. Succede così anche nei paesi nordici, che grazie a una curata campagna informativa riescono a toccare cifre ben più alte, fino al 98%. Solo in questo modo sarà possibile convincere chi oggi è contrario, non certo obbligandolo a vaccinarsi».

Si tratta di un antipasto di quello che sarà il dibattito delle prossime settimane anche qui in città, poiché sono buone le possibilità che Borgonzoni sia una delle candidate del Carroccio tra il proporzionale e uno dei collegi uninominali del Bolognese. Le liste saranno decise a Milano dopo il via libera finale che arriverà da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, ma alcuni nomi sono in pole e difficilmente verranno depennati dalle bozze che girano in queste ore. Uno è appunto quello della consigliera leghista, da mesi ospite frequente di tutti i talk show politici nazionali. L’altro, sponda Forza Italia, è quello del capogruppo regionale degli azzurri Galeazzo Bignami, che grazie al suo personale pacchetto di voti può correre sia al proporzionale che tentare la strada impervia del collegio uninominale, dove il Partito democratico conta di fare l’en plein. Altri nomi che circolano tra i berlusconiani sono quelli del coordinatore regionale Massimo Palmizio e della senatrice Anna Maria Bernini. Ma potrebbe essere chiamato a correre anche il sindaco di Sant’Agata Bolognese, Giuseppe Vicinelli.

Al netto dei singoli profili, in questa fase si sta cercando un accordo sui numeri. Forza Italia vuole mettere i suoi candidati nel 45% dei collegi uninominali tra Camera e Senato in tutta l’Emilia-Romagna. Bisognerà vedere se è d’accordo il Carroccio, che solo su Bologna aspira ad avere i suoi esponenti in due collegi (su tre) alla Camera e in uno (su due) al Senato. E poi non bisogna dimenticarsi di Fratelli d’Italia, il terzo alleato nello schieramento di centrodestra che, oltre a una presenza dei suoi candidati al proporzionale, potrebbe avanzare anche qualche altra richiesta sul maggioritario. L’Emilia-Romagna è una regione che fa gola a Giorgia Meloni, che non a caso proprio questa mattina terrà in città (al Royal Hotel Carlton) l’assemblea nazionale del suo partito.

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