1 marzo 2018 - 09:43

Renzi: «Votare Casini non è un problema. Destre e populismi si battono insieme»

Il segretario del Pd: «Bologna e l’Emilia ci daranno la spinta decisiva. Prodi è con noi. Chi sceglie D’Alema aiuterà gli estremisti»

di Olivio Romanini

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BOLOGNA - Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un’intervista al Corriere di Bologna ha detto che l’Emilia-Romagna adesso è diventata contendibile per il centrodestra perché, dopo aver rotto con la tradizione comunista, il Partito democratico è diventato una scatola vuota senza valori. Cosa gli risponde?
«Non sono interessato — spiega Matteo Renzi, segretario nazionale del Pd — a rispondere alle provocazioni di Berlusconi. Per noi parlano i fatti, anche nell’ottimo lavoro del governatore Stefano Bonaccini. Noi siamo la sinistra di governo e non una sinistra di mera testimonianza. Con il nostro governo abbiamo cancellato le dimissioni in bianco volute proprio dal governo Berlusconi, introdotto il biotestamento, il reato di tortura, le unioni civili, fatto una legge seria contro il caporalato. Abbiamo rinnovato il contratto per le forze dell’ordine, per gli insegnanti e per gli addetti del comparto sanità, bloccati da anni e massacrati dai tagli sciagurati sempre del centrodestra. Lui nel frattempo sta portando avanti i valori della peggiore destra europea rappresentata da Matteo Salvini».
Il leader centrista Pier Ferdinando Casini, candidato con l’appoggio del Pd nel collegio uninominale del Senato a Bologna, ha monopolizzato la campagna elettorale da tutti i punti di vista in Emilia. Cosa direbbe a un elettore democratico di Bologna che non se la sente di votarlo perché viene da un’altra storia politica?
«Parliamo chiaro: io ho sostenuto con convinzione un modello diverso a vocazione maggioritaria, una legge elettorale che consentisse al partito con più voti di governare. Il referendum sappiamo com’è andato. C’è una legge elettorale che premia le alleanze. Non vedo quale sia il problema ad avere una persona democratica come Casini, con la quale abbiamo governato negli ultimi anni, nella coalizione di centrosinistra che abbiamo costruito per battere destre e populisti. Dopo di che ai cittadini interessa capire quali siano le proposte per creare lavoro buono e stabile, per far crescere l’economia, per sostenere le famiglie, aiutare i figli e gli anziani. Il nostro programma è chiaro e concreto. Questo è quello che conta e su questo i cittadini sono chiamati a esprimersi».
La Romagna è l’unica zona della regione dove vanno forte i Cinque Stelle e dove ve la vedrete con loro nelle sfide nei collegi uninominali piuttosto che con il centrodestra. Quali aspettative ha in quella zona?
«I Cinquestelle in Romagna sono rappresentati dalla capolista Giulia Sarti, tra i protagonisti in queste settimane del caso rimborsopoli. Una persona che è venuta meno a una promessa fatta, tradendo la fiducia dei cittadini. Sono certo che i romagnoli non si lasceranno prendere in giro da Luigi Di Maio e sceglieranno chi, alle grida e alle promesse irrealizzabili, antepone proposte serie e concrete e candidati veri in grado di interpretarle appieno».
Quale risultato si aspetta dal voto delle elezioni politiche a Bologna e in Emilia-Romagna?
«Il nostro obiettivo è essere la prima forza politica e il primo gruppo parlamentare. In questi giorni cresce sempre più forte la fiducia che un simile risultato sia a portata di mano. Sono certo che Bologna e l’Emilia-Romagna come sempre daranno la spinta decisiva per vincere».
L’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha annunciato che voterà il centrosinistra ma non per il Partito democratico: lei sembra vedere in tale scelta del Professore il bicchiere mezzo pieno. Avete avuto qualche contatto nelle ultime settimane, le ha dato qualche suggerimento sulla campagna elettorale?
«Romano Prodi è stato molto chiaro in proposito e ha esplicitamente dichiarato il suo voto convinto per la coalizione di centrosinistra. Contemporaneamente ha sottolineato come la sinistra radicale di Liberi e uguali abbia diviso il nostro fronte e come questa scelta non abbia fatto certo un buon servizio al Paese. Una presa di posizione importante che abbiamo apprezzato. Una cosa infatti è certa: ogni voto dato al partito di Massimo D’Alema è un voto che favorisce il centrodestra e gli estremisti».

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