24 marzo 2018 - 09:10

Anna Maria Bernini divide Berlusconi e Salvini. In Senato la Lega punta su di lei

La strategia per fermare la presidenza a Romani con l’aiuto M5S. Ma lei dice no

di Beppe Persichella

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BOLOGNA - «È impensabile che un politico della competenza, esperienza e caratura morale di Paolo Romani possa essere oggetto dell’ennesima operazione di discredito da parte di chi vive all’insegna del moralismo a corrente alternata». Quando la senatrice bolognese Anna Maria Bernini qualche giorno fa ha preso le difese del suo collega di partito dagli attacchi del Movimento 5 Stelle, non poteva immaginare che Silvio Berlusconi si sarebbe trovato di fronte a un bivio: o lui, o lei. Di fronte a questo bivio ce l’ha accompagnato il leader della Lega Matteo Salvini, che ieri per uscire dal pantano di Palazzo Madama, a partire dalla seconda votazione, ha fatto imprimere ai suoi sulla scheda il nome della neosenatrice bolognese.

In questi casi di solito è l’orgoglio a prevalere, se non fosse che quella di Bernini più che una vera candidatura al più alto scranno di Palazzo Madama rischia di rappresentare la rottura dell’alleanza di centrodestra. Silvio Berlusconi è infuriato e non certo per colpa della parlamentare bolognese. Anzi, il suo nome era già iniziato a circolare nei giorni scorsi assieme a quello di un’altra bolognese, la leghista Lucia Borgonzoni. E in più Bernini, pur nascendo finiana (è entrata in Parlamento nel 2008 col Pdl vendendo dall’area dell’ex presidente della Camera) è una berlusconiana di ferro. «Una vera donna combattente», l’ha definita il leader di Forza Italia. Ma a parlare, più che le dichiarazioni, sono i fatti. Bernini da anni è uno dei volti di Forza Italia in tv. È l’esponente di spicco del partito in Emilia-Romagna, tanto che nel 2010 accettò la sfida (allora impossibile) contro Vasco Errani per la guida della Regione. E pure in queste elezioni, mentre tanti altri nomi azzurri ballavano durante la composizione delle liste, il suo non è mai stato messo in discussione. La senatrice bolognese, 53 anni, avvocato (tra i suoi clienti ha potuto annoverare Luciano Pavarotti), è sempre stata il volto buono e dialogante di Forza Italia. Il suo è il nome dell’intesa che mette d’accordo tutti — e infatti il Movimento 5 Stelle si è subito detto disponibile a votarla — non quello della rottura. Proprio per questo Salvini ha puntato su di lei, consapevole di mettere Berlusconi in difficoltà, sia da un punto di vista politico che personale.

Adesso la strategia del leader di Forza Italia — imporre il nome di Romani, indigesto ai 5 Stelle, e così assumere un ruolo centrale nelle trattative — è difficile da gestire di fronte al rilancio dell’alleato leghista. Perché tra i tanti nomi, Salvini ha scelto quello che più mette in crisi Berlusconi. E forse la sua reazione irata, a caldo, ne è la dimostrazione. Bernini è una figlia d’arte. Prima di lei, già suo padre aveva fatto politica con il leader di Forza Italia. Di più, durante il suo primo governo nel 1994, Giorgio Bernini è stato ministro del Commercio con l’estero. Dopo una notte di riunioni, oggi si tornerà a votare e Berlusconi dovrà decidere cosa fare. La diretta interessata, però, ieri sera ha fugato ogni dubbio di infedeltà: «È del tutto evidente che sono indisponibile ad essere il candidato di altri senza il sostegno del presidente Silvio Berlusconi e del mio partito».

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