21 dicembre 2017 - 10:12

Firenze, il ministro riaccende
i motori del tunnel Tav

Risolto il nodo delle terre di scavo (a Cavriglia), a marzo via ai cantieri. Nardella: fine degli ostacoli

di Marzio Fatucchi

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Un altro via libera dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti sbriglia una delle grandi opere «dormienti» della città. La Commissione Via-Vas del ministero ha infatti approvato la proposta di Nodavia, la società che deve costruire la stazione e il tunnel dell’Alta velocità, sulla gestione delle terre di scavo. E così, come confermano da Rfi (il braccio «ingegneristico» di Ferrovie), dal momento della consegna del documento all’azienda, entro tre mesi la fresa, la «talpa» che deve scavare il tunnel, potrà ripartire. «Non ci sono più ostacoli, l’opera può ripartire», commenta il sindaco Dario Nardella.

Il tema da sciogliere era la gestione delle terre di scavo, quel milione e mezzo di metri cubi che verranno portati via dai tunnel e dal completamento della stazione Foster. Materiale principalmente scavato dalla fresa, che usa anche lubrificanti per «sfondare» il terreno. La loro presenza poneva il dubbio se quelle terre potessero essere usate per costruire due colline nell’ex centrale di Santa Barbara, a Cavriglia, o erano diventate inquinate, quindi da discarica. Solo 135 mila tonnellate circa andranno in discarica, una nell’ex Cava Bruni a Serravalle Pistoiese, l’altra in provincia di Roma. Il resto andranno a Santa Barbara, nel Comune di Cavriglia, ma solo dopo aver rispettato un rigido sistema di controlli e di «stoccaggio».

Prima della partenza dei lavori, dovranno essere fatti dei sondaggi, per evitare che ci possano essere delle «sorprese» nel terreno. Poi, il materiale andrà verso un impianto di stoccaggio, coperto, in un cantiere Nodavia a Santa Barbara dove le terre resteranno sia perché i lubrificanti, organici, si deteriorino, sia perché le terre stesse «scolino» la parte di acqua (con sistemi di filtraggio): verificata l’assenza di inquinanti, serviranno per costruire le colline. E comunque, sopra quelle terre dovranno essere depositate, come «copertura», 50 cm di terre «vergini», prima di aprire le colline come parco.

Il parere della Commissione Via arriverà domani nelle mani di Nodavia-Condotte. Poi scatteranno i tre mesi previsti da Ferrovie per far ripartire la fresa a Campo di Marte dove vanno riassunti gli operai e riallestito il cantiere. Poi, tre anni di lavoro e tutto sarà concluso, assicura Ferrovie. Con la stazione Foster che, oltre a diventare la seconda fermata dell’Alta velocità di Firenze, ospiterà l’«hub», il parcheggio di smistamento, di tutti i pullman extraurbani e turistici della città: questi mezzi arriveranno da una nuova strada che nascerà lungo i binari ferroviari in superficie, ora utilizzata come via di accesso per i mezzi del cantiere della Foster.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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