Firenze, 3 ottobre 2017 - 09:51

Il nuovo rabbino di Firenze,
che ricopia la Torah

Amedeo Spagnoletto, 48 anni, romano, va a coprire l’incarico che negli ultimi ventuno anni era stato affidato a Joseph Levi: è l’unico «Sofer» italiano del libro sacro

di Edoardo Lusena

Il neo rabbino di Firenze Amedeo Spagnoletto, seduto di fronte alla Torah, con il rabbino Gadi Piperno Il neo rabbino di Firenze Amedeo Spagnoletto, seduto di fronte alla Torah, con il rabbino Gadi Piperno
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Firenze ha il suo nuovo rabbino. L’ufficialità arriverà solo fra alcuni giorni ma quello di Amedeo Spagnoletto è più di un nome sulla carta: nelle ultime settimane, infatti, ha già frequentato in maniera attiva la sinagoga di via Farini concelebrando le funzioni di Rosh Hashanah, il capodanno ebraico che il 20 settembre ha sancito l’inizio dell’anno 5778, e di Kippur — la ricorrenza dell’espiazione — che si è conclusa sabato sera. Un ingresso soft durante le festività più importanti dell’anno che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a chi temeva che i lavori della commissione, appositamente insediata dal presidente Dario Bedarida per cercare l’uomo giusto, si sarebbero protratti ancora qualche mese. E invece la pratica è stata archiviata rapidamente nonostante l’estate. Se qualcuno avesse avuto qualche dubbio sulla nomina imminente a fugarlo sono bastate le parole della vicepresidente della comunità ebraica fiorentina, Daniela Misul, che agli ultimi presenti in sinagoga al termine della funzione di sabato, ha chiesto di «ringraziare il nostro rabbino» accennando un applauso, raccolto subito con entusiasmo.

Il profilo

Spagnoletto, 48 anni, va a coprire l’incarico che negli ultimi ventuno anni era stato affidato a Joseph Levi, andato in pensione, non senza strappi, a luglio al termine di un braccio di ferro silenzioso: quello avvenuto fra Levi e i vertici della comunità che dal 2011 sostenevano che dovesse lasciare il ruolo di rabbino per «raggiunti limiti di età» e che, fra carte bollate e incontri, si è protratto — appunto — per sei anni. Il suo successore è romano (e romanista) ma con la nostra città ha più di un legame. Intanto perché la moglie di Spagnoletto è fiorentina, ma non solo: il rabbino, infatti, è stato tra i curatori della mostra E le acque si calmarono, allestita un anno fa alla Biblioteca Nazionale di Firenze e che raccontava, a 50 anni dall’Alluvione dell’Arno, il restauro dei libri ebraici della Nazionale e dell’antica biblioteca ebraica fiorentina.

Studioso della Torah

Il contributo di Spagnoletto all’allestimento non fu casuale: il prossimo rabbino di Firenze è tra i più autorevoli studiosi della Torah e del Talmud, i testi sacri ebraici. Non a caso suo è stato il restauro del Sefer Torah di Biella. Questa pergamena del Pentateuco utilizzata nelle funzioni religiose ebraiche risale al 1250, il che ne fa il più antico esemplare al mondo, tra quelli provenienti dall’Europa, in possesso di una Comunità ebraica e ancora in uso. Non basta: Spagnoletto, tra i suoi titoli, annovera anche quello di Sofer. È cioè l’unico copista che, negli ultimi 150 anni, abbia trascritto a mano in Italia il Sefer Torah.

Stile informale

Un profilo accademico di primissimo piano che solo in apparenza contrasta con lo stile informale di Spagnoletto che al momento lo fa guardare con simpatia dai più nella piccola comunità fiorentina, anche se è decisamente presto per parlare di indici di gradimento. Così come è presto per capire se la sua guida spirituale sarà nel segno di quella di Levi anche oltre le mura di via Farini, improntata cioè a un forte dialogo interreligioso che aveva visto l’ex rabbino di Firenze interlocutore diretto e costante dell’arcivescovo, il cardinale Giuseppe Betori, e dell’imam Izzedin Elzir. Ciò che è certo è che attualmente, insegna al collegio rabbinico di Roma. Un incarico che potrebbe anche non lasciare facendone così un rabbino in Frecciarossa, vista la rapidità dei collegamenti fra Firenze e la capitale.

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