25 febbraio 2018 - 18:55

Don Doriano non cede:
«L’accoglienza continuerà»

Dopo la rapina, per cui sono stati arrestati tre giovani ospiti della casa parrocchiale, e la presa di posizione di amministrazione comunale e Curia, il parroco rilancia

di Aldo Tani

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MONTERIGGIONI (SIENA) «La carità non può chiudere». Con una mossa inattesa, don Doriano Carraro ribalta la situazione. Dopo la rapina — per cui sono stati arrestati tre ragazzi che erano ospiti della sua casa parrocchiale — e l’intervento dell’amministrazione comunale che gli intimava di«cessare immediatamente l’accoglienza a Castellina Scalo di persone non inserite in programmi di assistenza», il parroco fa una parziale marcia indietro.

«In ordine ai titoli e commenti fuorvianti che accompagnano i Comunicati della Amministrazione Comunale di Monteriggioni e del Consiglio Pastorale Interparrocchiale di Castellina Scalo Monteriggioni Abbadia a Isola — si legge in una nota diffusa domenica mattina — il parroco don Doriano, comunica che l’accoglienza in corso continuerà, anche se essa, senza problemi, va ridimensionata numericamente». Un messaggio — i cui contenuti sono stati ribaditi dal parroco anche durante le preghiere finali, nella messa di domenica mattina — che viene poi delineato per punti, in modo da risultare ancora più incisivo: «La realtà dei fatti: la presenza degli attuali ospiti in accoglienza caritativa continua. Non verranno fatte nuove accoglienze caritative, ed eventuale emergenze caritative verranno condivise con Caritas Diocesana e Servizi Sociali. Appena possibile cesserà l’accoglienza in casa parrocchiale di ospiti in convenzione con la Prefettura».

Rispetto alle direttive comunali, il prete di Castellina Scalo sembra prendere quindi ulteriore tempo per lasciare in piedi il suo modello di accoglienza. La realtà però già bussa alla sua porta. Domani, davanti alla parrocchia, è in programma un incontro pubblico organizzato dalla Lega con Roberto Marcato, consigliere regionale in Veneto, mentre mercoledì don Doriano dovrebbe incontrare il Prefetto. La porta della carità resterà ancora aperta?

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