1 marzo 2018 - 12:34

Fondi raccolti, missione compiuta
Due dediche e un grazie a tutti

Una risposta massiccia, fatta di tanta generosità, per l’appello del Corriere Fiorentino: adesso l’opera di Bartolomeo Manfredi potrà tornare agli Uffizi

di Paolo Ermini

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Ce l’abbiamo fatta: la raccolta di fondi per curare l’ultimo dei quadri feriti dallo scoppio della bomba ai Georgofili, 25 anni fa, ha tagliato il traguardo. Il restauro de «I giocatori di carte» del caravaggesco Bartolomeo Manfredi potrà essere concluso. E il prossimo 27 maggio, lo stesso giorno dell’esplosione, potremo così provare l’emozione di riportare il dipinto dov’era, a qualche metro dallo scalone che porta al Corridoio Vasariano. Dov’era, anche se non com’era: la maestria di Daniela Lippi ha fatto miracoli nel ricollocare al suo posto ognuno dei minuscoli frammenti messi in salvo quella notte dalla preveggenza dell’allora direttrice degli Uffizi, Annamaria Petrioli Tofani, e dei suoi dipendenti; ma le lesioni della tela erano talmente vaste e profonde che solo lo sviluppo della tecnologia, con le immagini ad altissima risoluzione, ne ha permesso un recupero parziale.

Il recupero dell’opera però è totale sul piano simbolico. Insieme con le Gallerie degli Uffizi, con il loro direttore Eike Schmidt, che ci ha fatto da guida nell’impresa, e a Ubi Banca, avevamo chiesto ai fiorentini, e non solo a loro, di recuperare con questo quadro un pezzo importante della memoria collettiva. Per ricordare le cinque vittime della bomba e, insieme, la necessità di un impegno costante contro la mafia, che volle colpire il cuore Firenze contro la legge sul carcere duro agli affiliati di Cosa Nostra. Una mafia che in questi 25 anni ha cambiato volto e obiettivi, ma che sempre resta nemica della convivenza civile. Anzi, della nostra civiltà. Culturale, giuridica, politica.

La risposta a quell’invito c’è stata. Massiccia. Fatta di tante generosità, piccole e grandi (come l’aiuto della Fondazione Cr Firenze e di Banca Cr Firenze). Vi raccontiamo tutto alle pagine 2 e 3. E meglio ancora ve lo racconterà il catalogo che daremo alle stampe grazie alla disponibilità di Mario Curia e della sua Mandragora. Concludo con un semplice grazie. Grazie a tutti quelli che ci hanno creduto. E che hanno visto in quel dipinto così orribilmente deturpato la bellezza di una sfida contro il sopruso, la vigliaccheria, la violenza. Sì, «I giocatori» di Manfredi sono bellissimi, più belli di prima. Grazie a voi. Grazie.

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