28 marzo 2018 - 14:25

Livorno, esplosione al porto
Morti due operai, pulivano la cisterna

L’esplosione nella zona del porto industriale intorno alle 14. Sul posto diverse ambulanze e i vigili del fuoco: l’area è stata evacuata. Il sindaco Nogarin: più forte la rabbia del dolore. Rossi: un bollettino di guerra. I sindacati: inaccettabile

di Simone Innocenti

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LIVORNO Una telecamera ha ripreso lo scoppio nella cisterna 62 del deposito costiero Neri. Quelle immagini sono ora alla base dell’inchiesta che la Procura ha aperto per cercare di capire come siano morti due dipendenti della Labromare, ditta specializzata nelle bonifiche: Lorenzo Mazzoni, livornese, 25 anni, e Nunzio Viola, originario di Torre del Greco, 52 anni. Il primo operaio è stato sbalzato dall’urto mentre il secondo, trovato tra il muro di protezione e il silos, è morto carbonizzato. Secondo una prima ricostruzione della Polmare e dei vigili del fuoco, ieri mattina alle 13,10 gli operai erano andati a effettuare i lavori: dovevano travasare il liquido del silos, alto 13 metri e largo 11, a un camion, che era a 50 metri di distanza. Sul posto c’era anche l’addetto alla sicurezza dell’azienda che si sarebbe assentato per andare a prendere le pile di una torcia: a quel punto, alle 13,43, c’è stata l’esplosione. Sono state avviate le procedure di evacuazione, fino a quando la situazione è tornata alla normalità.
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Livorno, due morti nell?esplosione al porto

Il silos 62 conteneva acetato di etile che a temperatura ambiente si presenta come un liquido volatile ed è molto infiammabile. Secondo una prima stima all’interno del silos erano presenti tra i 9 e i 10 metri cubi di quel materiale. I vigili del fuoco stanno cercando di capire che cosa possa aver originato l’esplosione. Nella zona, poi sequestrata dalla Procura, sono stati trovati attrezzi da lavoro. Lo scoppio può essere stato provocato da qualsiasi cosa, forse un telefono cellulare o forse un’esalazione della sostanza stessa. Al momento l’inchiesta è contro ignoti ma già da oggi la magistratura potrebbe ipotizzare il reato di omicidio colposo plurimo e nominare un consulente chiamato a stabilire le cause dello scoppio.

Gli inquirenti hanno sequestrato il piano di lavoro della ditta e hanno cominciato ad ascoltare i primi testimoni, compreso il conducente del mezzo e l’addetto alla sicurezza che ieri era presente sul cantiere di lavoro. La magistratura vuole capire se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza: gli operai avevano, ad esempio, il rilevatore di gas? Un dipendente della ditta, Riccardo, spiega: «Conoscevo bene i miei colleghi, mi sembra una cosa impossibile. La nostra ditta è ossessionata dalla sicurezza e noi lo stesso». La Labromare non è un’azienda qualsiasi: da 40 anni è attiva nella raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti portuali ed è leader del settore in Italia. Tra gli altri servizi Labromare ha anche due impianti per il trattamento delle materie oleose e delle acque di sentina delle navi.

Di fronte ai cancelli della Neri ieri si sono radunate molte persone. Familiari, amici e colleghi delle vittime. Tutti uniti dal dolore. I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per oggi uno sciopero di 8 ore, con articolazione varia a seconda dei settori merceologici. In serata ci sarà invece una fiaccolata per coinvolgere la città che alle 21 partirà da piazza della Repubblica e attraverso le vie del centro arriverà fino al Comune. Le autorità hanno scongiurato il pericolo per l’ambiente e per le persone che lavorano dentro la Neri o che abitano in quella zona.

«In questo momento più forte del dolore è solo la rabbia», ha detto il sindaco Filippo Nogarin che assieme al sindaco di Collesalvetti Lorenzo Bacci ha dichiarato il lutto cittadino nel giorno dei funerali. «Siamo di fronte — ha aggiunto — a una tragedia immane. Tocca contare l’ennesimo incidente sul lavoro che strappa due uomini innocenti alle loro famiglie. A queste mogli, madri, figli, a ognuno di loro va il mio più profondo cordoglio e il mio sostegno. Perché tutto questo è inaccettabile. Quanto ancora, mi chiedo, deve allungarsi l’elenco delle vittime e delle tragedie consumate sui luoghi di lavoro prima che si riesca a fare qualcosa?».

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