12 gennaio 2018 - 11:30

A Sesto cartelloni anti moschea
«Prima gli italiani». Ed è scontro

L’iniziativa di FdI, l’attacco di Toccafondi: «È partita la campagna elettorale»

di Mauro Bonciani

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SESTO Si accende la battaglia politica sulla futura moschea di Sesto Fiorentino che sorgerà nella zona del polo scientifico dell’Università grazie all’intesa tra Ateneo, Diocesi di Firenze, Comune e Associazione per la Moschea di Firenze, e la cessione di una proprietà della Diocesi all’Associazione contestualmente all’acquisizione dall’Ateneo di un terreno dove costruire una nuova chiesa cattolica. La scintilla dello scontro tra ex alleati — Civica Popolare da una parte, FdI dall’altra — è stato un grande manifesto 6x3 metri di Fratelli d’Italia, apparso in uno spazio di affissione scelto proprio perché vicino a dove si trova l’area della moschea, con lo slogan «No alla moschea» sopra lo slogan della campagna elettorale del centro destra «Prima gli italiani» (altri sono stati affissi a Sesto e Scandicci).

Toccafondi attacca

«A Sesto Fiorentino sembra partita la campagna elettorale — ha scritto su Facebook Gabriele Toccafondi, esponente di Civica Popolare, la nuova formazione che comprende parte degli alfaniani — Che c’entra la preghiera con “prima gli italiani”? Non dobbiamo aver paura di chi prega, dobbiamo aver paura dell’integralismo. E diciamo sì ai luoghi di culto. Dobbiamo chiedere chiarezza sulla provenienza dei fondi — aggiunge — sulla lingua italiana da usare nei centri di preghiera, sulla libertà di culto per i cristiani nei Paesi di religione musulmana. Ma queste cose non si affrontano con lo slogan “prima gli italiani”».

Donzelli: noi restiamo sempre dalla stessa parte

La replica di Giovanni Donzelli, capogruppo di FdI in Regione, è arrivata presto. «Non mi stupisce che l’ex capo fiorentino del centrodestra e ora neo-renziano Gabriele Toccafondi sia diventato a favore dell’islamizzazione dell’Italia e si offenda a leggere la scritta “prima gli italiani”. Lui è libero di cambiare idea, saranno i cittadini a giudicare, noi restiamo sempre dalla stessa parte. Gli islamici hanno diritto di pregare ed a luoghi di culto, ma noi abbiamo il dovere di tutelare la difesa della nostra cultura e la nostra sicurezza. Nessuna moschea potrà essere realizzata senza certezze sui finanziatori, su fondi che arrivino da Paesi che sostengono il terrorismo, e controlli contro infiltrazioni integraliste». Donzelli, poi sul merito dell’operazione aggiunge: «Ai cittadini sestesi nessuno aveva detto che su quei terreni sarebbe nata una moschea. Fino a ieri sapevano che la zona sarebbe stata utilizzata per il culto cattolico e, senza essere interpellati, hanno scoperto che vi sarà realizzato un centro islamico».

Il sindaco: clima avvelenato

Di «avvelenamento del clima» parla poi il sindaco di Sesto, Lorenzo Falchi. «È un manifesto che non ha senso. In campagna elettorale cercano di soffiare sull’odio e sulla paura. Sulla moschea il pubblico non ci metterà un solo euro ma si tratta di un intervento sostenuto esclusivamente dai privati, quindi non si capisce il motivo di quel “prima gli italiani”. Con questa operazione, per nulla dignitosa e civile, Fratelli d’Italia pensa di incassare qualche voto in più ma invece così avvelena solo il clima». E sull’immigrazione e la moschea l’imam Izzedin Elzir, ad un dibattito presso l’Arci di Firenze, ha affermato: «Purtroppo ci sono partiti politici che fanno leva sulla paura. Noi islamici abbiamo sostituito i comunisti: siamo diventati i nuovi cattivi al posto loro. E sulla moschea a Firenze stiamo lavorando con grande fatica, nel nostro Paese si esce da una campagna elettorale e si entra in un’altra. Come tema la moschea è un conflitto falso: non c’è il coraggio politico di affrontare le questioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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