Firenze

Firenze, in centinaia in piazza contro il razzismo: "Tutti i cittadini sono uguali"

(cge)
Più di 2.500 le adesioni alla lettera-appello firmata dal sindaco Dario Nardella e dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Striscioni e cartelli contro Salvini 
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Tutti insieme, contro il razzismo. In difesa della democrazia e dei diritti umani. Diverse centinaia di persone sono scese in piazza a Firenze per manifestare il loro no alla politica repressiva gridata negli ultimi giorni. Tutto è partito da una lettera-appello firmata dal sindaco Dario Nardella e dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi all'indomani della proposta del ministro degli Interni, Matteo Salvini, di predisporre un censimento della popolazione rom.

Più di 2.500 le adesioni raccolte nelle ultime ore. In piazza Ognissanti sventolano bandiere della Cgil, dell'Anpi e del Pd. Ma anche quelle della pace, dei comitati antirazzisti e del partito marxista leninista. Tanti gli striscioni contro il ministro Salvini e contro il censimento dei rom, ma il governatore Rossi e il sindaco Nardella, ribadiscono: "Non siamo qui per protestare contro un ministro, ma per portare avanti i nostri valori che si basano sull'articolo 3 della Costituzione. Tutti i cittadini sono uguali". Presenti in piazza anche il rettore dell'ateneo fiorentino, Luigi Dei, l'imam di Firenze e presidente Ucoii, Izzedin Elzir e anche un gruppo di rom.


"Firenze, città medaglia d'oro alla resistenza, è di per sé una risposta a una politica oscurantista che usa il linguaggio dell'odio e dell'intolleranza - ha detto dal palco Nardella -  La nostra città può essere certamente un nuovo luogo dal quale ripartire per costruire un'alternativa democratica, di sinistra ma anche in generale che metta al centro i valori della Costituzione, un'alternativa ad alcune forze politiche estremiste troppo condiscendenti, o che addirittura inneggiano a messaggi di paura, odio, chiusura, intolleranza". Il governatore della Toscana Rossi ha poi aggiunto: "Mi batterò per una legge sullo ius soli. Solo in Toscana ogni anno nascono 5.700 bambini non italiani, vi sembra possibile farli aspettare 18 anni per poter iniziare una pratica per il riconoscimento della loro cittadinanza? Questo stato di fatto è un errore per il futuro della convivenza necessaria, vuol dire accumulare sullo sfondo tensioni, sentimenti di diversità, di non appartenenza di cui non abbiamo assolutamente bisogno".

Tra coloro che hanno sottoscritto la lettera-appello lanciata nei giorni scorsi ci sono anche cento sindaci provenienti da tutta Italia. Dal primo cittadino di Riace, Mimmo Lucano, al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, poi il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni, oltre a parlamentari, sindacalisti, politici, esponenti dell'associazionismo e del mondo della cultura, ma soprattutto tanti, tantissimi privati cittadini.