Firenze

Bomba di Capodanno, si va verso unico processo per i 40 anarchici

La difesa di Salvatore Vespertino ha chiesto di riunificare i due procedimenti. E il sindacato Siulp chiede di essere parte civile

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Il processo all'anarchico Salvatore Vespertino, accusato del tentato omicidio dell'artificiere della polizia Mario Vece rimasto gravemente ferito dall'esplosione di un ordigno davanti alla libreria Il Bargello di Firenze nella notte di Capodanno 2017, potrebbe essere riunito al procedimento per i 39 anarchici attivi a Firenze, indagati e arrestati a vario titolo da procura e digos e romvoato a giudizio lo scorso 30 maggio.

Oggi nel corso della prima udienza del processo Vespertino, il difensore Sauro Poli ha chiesto di riunire il procedimento con l'altro filone. La procura, con la pm Beatrice Giunti titolare dell'inchiesta, non si è opposta. Così i giudici hanno rinviato l'udienza al 12 luglio quando la corte presieduta dal giudice Ettore Nicotra si pronuncerà. Intanto questa mattina l'inizio del processo è stato accompagnato dai cori di una quarantina di anarchici che hanno urlato "Libertà, libertà" all'esterno dell'aula del Tribunale di Firenze. Sempre nel corso della prima udienza il ministero dell'Interno ha chiesto di costituirsi parte civile, così come il sindacato Siulp attraverso il suo legale Massimiliano Annetta. Per il Siulp l'ordigno che ha ferito l'artificiere ha creato danno anche al sindacato che ha il compito di tutelare e proteggere la salute dei lavoratori. Le richieste si aggiungono a quelle già avanzate dai legali dell'artificiere ferito, l'avvocato Federico Bagattini e della libreria Il Bargello e di Casapound tramite gli avvocati Simone Bonaldi e Guido Colaiavico.

I magistrati fiorentini e la Digos accusano parte degli imputati di aver costituito una associazione a delinquere che si era formata per commettere "una serie indeterminata di delitti di danneggiamento, violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, imbrattamento, violenza privata, lesioni dolose, fabbricazione, detenzione e porto di esplosivi, detenzione illegale di fuochi d'artificio". Fino all'episodio più grave, quello di Capodanno 2017 in via Leonardo Da Vinci dove un ordigno fu piazzato oltre la saracinesca della libreria Il Bargello e azionato con un timer. Nell'esplosione l'artificiere perse la mano sinistra e l'occhio destro.