Firenze

Sant'Anna di Stazzema (Lucca), il sindaco attacca il governo

"Aspettiamo le scuse e le dimissioni del ministro Fontana", dice Verona. Alla cerimonia per il 74imo anniversario dell'eccidio nazista giunge anche il messaggio di Sergio Mattarella
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Settantaquattro anni, il 12 agosto 1944, fa a Sant'Anna di Stazzema le SS sterminarono oltre 560 civili inermi, tra cui molti bambini. Ricordando quella strage il sindaco di Stazzema Maurizio Verona oggi ha attaccato il governo. Durante la commemorazione il sindaco di Stazzema Maurizio Verona si è rivolto polemicamente al governo. "Il ministro Lorenzo Fontana venga qui a dire che bisogna togliere le leggi che puniscono i reati contro i sostenitori di razzismi e violenze. Che venga a raccontarlo ad Enrico, Enio, Adele, Cesira, Mauro, Milena, Siria e a tutti gli altri superstiti della strage che hanno  visto cadere accanto a loro padri, madri, fratellini e sorelle, che negli anni successivi non hanno più ritrovato amici di scuola e compagni di gioco perché nazisti e fascisti avevano distrutto tutto", ha detto. "Il 7 Agosto 2018 il consiglio comunale di Stazzema ha votato un ordine del giorno con cui si chiede conto delle affermazioni del  ministro della Famiglia Lorenzo Fontana che ha proposto di abolire la Legge Mancino che a suo dire 'si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano'. Attendiamo le sue scuse, attendiamo le sue dimissioni". Il Sindaco di Stazzema ha annunciato che sarà dedicato uno spazio del Parco a Carlo Azeglio Ciampi ed ha sottolineato l'impegno dei superstiti e dei familiari delle vittime per trasmettere la memoria della strage e parlare ai giovani. "Abbiamo intenzione di organizzare un Festival dei Valori a Sant'Anna di Stazzema coinvolgendo artisti, sportivi, personaggi del mondo della cultura. Vogliamo parlare ai giovani ed amplificare il messaggio di Sant'Anna di Stazzema. Per raggiungere questo obiettivo servirà l'impegno di tutti". Verona ricorda l'Anagrafe Antifascista del Comune di Stazzema, con  la Carta di Stazzema che ne è a fondamento. "A dicembre scorso abbiamo scelto di non essere indifferenti ma di prendere posizione con l'Anagrafe". Che ha superato le 40 mila iscrizioni. La cerimonia si è svolta al Sacrario delle Vittime civili di Sant'Anna di Stazzema, chiamato anche Monumento Ossario, sul Colle di Cava, riposano dal 1948 i Martiri di Sant'Anna: quest'anno ricorre il 70° anniversario dalla sua realizzazione, su progetto dell'architetto Tito Salvatori.



Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda l'evento, tra i più efferati crimini compiuti dalle SS in Italia.  "Sant'Anna di Stazzema è nel cuore degli Italiani. Lo spaventoso eccidio nazifascista, compiuto il 12 agosto di settantaquattro anni fa, costituisce uno dei vertici di più sconvolgente disumanità che la guerra seppe toccare, destando orrore tra gli orrori", scrive Mattarella. "Al tempo stesso la fermezza e la dignità mostrate dalla popolazione di Sant'Anna nel ricostruire la comunità dopo l'immane tragedia e nel trasmettere ai giovani il ricordo e i valori fondamentali della vita hanno consentito di accumulare tesori preziosi per il Paese intero, il suo tessuto democratico, la sua cultura di pace".
"In questo giorno di ricorrenza, desidero esprimere il rinnovato dolore per le tante vite innocenti così crudelmente martoriate, e insieme i sentimenti di vicinanza ai familiari delle vittime, ai discendenti, a tutti coloro che oggi partecipano alle celebrazioni di Sant'Anna di Stazzema. Il commosso saluto della Repubblica si unisce a quello di tutti gli italiani e di tutti gli europei che considerano irrinunciabile quel patrimonio di libertà, di diritti, di solidarietà che, dopo la Liberazione, i nostri popoli sono riusciti a costruire e che siamo sempre chiamati a difendere da ogni minaccia.
Una spietata ferocia si accanì allora su bambini, donne, anziani inermi, spezzando sentimenti e speranze, oltraggiando i loro corpi, occultando ogni segno di umanità negli stessi aguzzini. A tanto può giungere la violenza, l'odio, la smania di dominio: questa memoria consegna alle nostre coscienze un monito che mai può essere cancellato", prosegue.
"Sta ora al nostro impegno e alle nostre responsabilità, personali e collettive, rafforzare nei tempi nuovi la cultura della vita, la pace tra uomini e popoli liberi, la solidarietà necessaria per dar vita a uno sviluppo davvero condiviso e sostenibile".


Appassionato l'intervento del vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli. "Il razzismo non è mai una goliardata", ha detto. "Chi avrebbe pensato agli inizi del Novecento, vivendo nella Belle Epoque, che da lì a poco si sarebbe scatenata una guerra provocando fra i 15 e 17 milioni di morti? Chi avrebbe immaginato che la famiglia di un ufficiale italiano di religione ebraica che aveva combattuto con valore sul Carso sarebbe stata spedita a Dachau con la complicità del suo governo?  Chi avrebbe pensato che l’area dell’Esposizione universale di Belgrado sarebbe diventata un campo di sterminio che avrebbe fatto proclamare al comando tedesco che la capitale serba era “Juden frei”? Chi avrebbe creduto che uno scialbo pamphlet scritto da un caporale austriaco sarebbe diventata la nuova Bibbia per una generazione di tedeschi e non solo? La sistematica preparazione dottrinaria si svolge sempre sotto le insegne di valori identitari e il nazionalismo ne è l’ambito naturale. Da idea di libertà, indipendenza e autonomia, il nazionalismo si è trasformato in una  ideologia in grado di proteggere, stimolare istinti di sopravvivenza, far prevalere connotati etnici che non fanno fatica a dichiararsi superiori e a rivelarsi razzisti".

Alle celebrazioni partecipava Marco De Paolis, il procuratore militare della Repubblica di Roma che rappresentò l'accusa al processo contro gli autori tedeschi dell'eccidio.
"Fu il primo processo che andò a buon fine - ricorda il magistrato - nel 2005 riuscimmo ad ottenere la condanna per dieci imputati, però con nostro rammarico le pene non furono eseguite, nè i mandati di cattura internazionali nè la loro esecuzione in Germania. Però il bilancio è parzialmente buono: dopo 60 anni abbiamo fatto giustizia e messo un punto fermo, il bicchiere è mezzo pieno e non era così scontato".

Per De Paolis, che negli anni ha strenuamente lottato per istituire processi togliendoli dall'oblio dell'arcinoto Armadio della Vergogna, "essere riusciti a fare giustizia per quei morti e per la memoria è stato necessario, all'epoca abbiamo dovuto anche lottare contro un ambiente non così sensibile alla riapertura di quelle vicende, mentre nei territori sono ancora ferite aperte. Il bicchiere mezzo vuoto rappresenta invece la coscienza di una mancata riflessione nazionale culturale e morale su quelle tragedie, si è perso di vista il senso di quella Resistenza e quella guerra di Liberazione. Liberazione da chi? Dallo straniero che occupava il nostro paese, mentre c'è chi sta ancora lì a chiedersi se a Stazzema era meglio che i partigiani non facevano, o come a Via Rasella se era meglio di no, se a Cefalonia fosse stato più giusto consegnarsi ai tedeschi invece di combattere... insomma negli ultimi anni abbiamo perso l'occasione di raccontare che la nostra Costituzione nasce dalla Resistenza, che è la base, il fondamento legale della nostra società. I nostri giovani ignorano che sono morti altrettanti loro coetanei per la libertà, ecco perchè quei processi andavano fatti".
Per il procuratore militare di Roma ci sono però altri bicchieri mezzi vuoti che per lui sono delle ferite, che ha ampiamente illustrato in un recente volume scritto con la storica Isabella Insolvibile su Cefalonia: "proprio per questi motivi avrei voluto fare giustizia degli eccidi di Pietransieri in Abruzzo o Gubbio, o i massacri dei nostri soldati nelle isole greche, ma purtroppo siamo arrivati tardi".
 
La cerimonia ha avuto inizio con la messa officiata dall'arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto, poi il corteo si è mosso lungo la Via Crucis per raggiungere il Monumento Ossario. Sono intervenuti il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni, il presidente dell'Associazione Martiri di Sant'Anna, Enrico Pieri e l'assessore della Regione Vincenzo Ceccarelli. E' stata inaugurata la mostra "Colori per la Pace" che ha raccolto disegni da bambini provenienti da oltre 100 paesi del mondo.
E' intervenuta la giovane Chiara Bertolli in rappresentanza dei 18 giovani italiani e tedeschi che stanno svolgendo in questi giorni il "Campo per la pace" a Sant'Anna di Stazzema.