«Per sempre un guerriero». Addio struggente a Fulvio

Castel Goffredo. Il parroco legge l’ultimo messaggio sui social: vita in frantumi. Palloncini arancioni lanciati in cielo dalle amiche all’uscita della bara dalla chiesa

CASTEL GOFFREDO . Il giovane modello Fulvio Gallina se ne è andato lasciando il segno del suo passaggio propositivo anche con il suo funerale, stipando la chiesa parrocchiale con i suoi amici, conoscenti e parenti per l’ultimo saluto. Fulvio, di soli 28 anni aveva lottato, come solo lui sapeva fare, contro un male letale ed ingiusto. Stamattina (30 settembre) il suo arrivo è stato accolto da ghirlande e cesti di fiori in prevalenza arancio, il suo colore preferito e da una chiesa e un sagrato già affollati di persone in prevalenza giovani.

La celebrazione è stata accompagnata dai canti del coro e momenti toccanti con le melodie di una tromba. Il sindaco Alfredo Posenato non ha fatto mancare il supporto suo e dell’amministrazione accanto alla stimata famiglia castellana fortemente provata dal dolore per la perdita di Fulvio. Il parroco Giuseppe Bergamaschi, ha iniziato l’omelia prendendo spunto dal testamento sui social di Fulvio «Ora la mia è una vita in frantumi, dove per fare un passo avanti a volte è necessario farne due indietro; una lezione di vita dura da accettare, ma forse indispensabile per cambiare». La lunga malattia è stata un’esperienza dura, dove Fulvio è stato capace di incoraggiare i suoi cari, i suoi amici preoccupati e con questo suo calvario nascosto dentro è cresciuto in fretta. Ma perché tutto questo? Il parroco, attraverso il vangelo di S.Giovanni, ha presentato un Cristo sofferente che ridona la vita all’amico Lazzaro solo dopo il quarto giorno. Ieri come a quel tempo risulta difficile spiegare il perché della malattia, della morte «e come allora oggi - commenta don Giuseppe - si ripete il vangelo dove Cristo ridona una vita nuova ad un altro giovane amico, Fulvio. E la dona nel giorno della luce che non si vede, non si capisce, semplicemente perché l’essenziale è invisibile. Cristo non scappa davanti alla morte, piange e soffre come noi. L’amore di Dio si manifesta oggi; non è un amore facile, leggero, ci toglie il respiro, pesa ma va oltre la morte. Affidiamo la vita del nostro caro Fulvio a quest’amore che lo ha aiutato a oltrepassare la morte». La messa è terminata con una testimonianza particolarmente emozionante di una giovane donna che ha ricordato quanto Fulvio fosse la speranza di tutti e come la manifestasse con il sorriso sulle labbra anche sulla sedia a rotelle.

«Nessuno era preparato a perderti. Tu resterai il nostro guerriero e sarai sempre nei nostri cuori e nelle nostre menti. Sei il nostro angelo volato in cielo troppo presto, ma probabilmente perché anche lassù c’è bisogno di te. Ciao Fulvio». E mentre la bara di Fulvio usciva dalla chiesa, fuori tanti palloncini arancio venivano lasciati volare verso il cielo da un gruppo di amiche.


 

Antonella Goldoni

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