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Parlano in pochi. Consiglieri silenziosi nella maggioranza

E' l'altra faccia della coesione dello schieramento di governo. Interventi solo su temi specifici e stimoli ridotti alla giunta

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. Uomo solo al comando e maggioranza silenziosa. Sono queste le accuse rivolte dalle opposizioni al sindaco Mattia Palazzi e ai gruppi di Pd, Lista gialla e Sinistra italiana che lo sostengono. Un sindaco che decide tutto da solo e con i consiglieri comunali di riferimento che approvano in aula, acriticamente, tutte le proposte della giunta: per le minoranze di centrodestra e dei Cinquestelle la prova starebbe negli scarsi interventi in aula degli esponenti di maggioranza e nella loro quasi nulla «produzione» di interrogazioni e mozioni (appena 17 tra le 65 depositate all’ufficio di presidenza e in attesa di approdare in aula).

A fronte di consiglieri di minoranza come Giuliano Longfils e Pier Luigi Baschieri (Forza Italia) che, in aula, sembrano guidare l’opposizione a Palazzi a suon di ripetuti interventi che si trasformano in duri attacchi, ci sarebbero i colleghi del centrosinistra che, a parte qualche eccezione riferita ai capigruppo delle tre forze politiche, si presentano molto silenti: pochi interventi durante i vari dibattiti e mani alzate, sempre, per votare a favore del sindaco.

Una maggioranza, occorre osservare, che ha fatto del monolitismo il suo tratto distintivo: nessun voto contrario e, soprattutto, sempre presente in aula sino alla fine delle sedute per garantire a Palazzi i numeri con cui amministrare concretamente la città (vedi i tanti cantieri e i progetti in corso). Il gruppo Pd, perno della maggioranza, è quello più sotto osservazione. Qui a far sentire sempre la sua voce è il capogruppo Giovanni Pasetti: del resto, il suo ruolo politico glielo impone. A Francesco Rossi, segretario cittadino dimissionario, spetta intervenire quando la discussione dai temi amministrativi vira su quelli politici. Gli altri consiglieri sembrano occuparsi di questioni specifiche. Luigi Rosignoli e Laura Bonaffini si interessano soprattutto di Formigosa e Castelletto e in aula portano le istanze di quelle frazioni.

Per Rachele Bertelli sono i diritti il piatto forte, tant’è che è intervenuta solo nel dibattito sulle unioni civili, così come rari, dall’inizio del mandato, sono stati gli interventi di Chiara Sortino, Sabrina Bottardi, Paola Cortese, Patrizia Benasi, Francesca Andreatta e Alessandro Vezzani. Il socialista Grazioli si fa sentire soprattutto quando in aula si parla di Tea e, in particolare, di rifiuti. La maggioranza sembra aver concordato una strategia di interventi: la dichiarazione finale di voto solitamente viene lasciata a Davide Provenzano della Lista gialla, dopo che nel dibattito generale si sono espressi i due capigruppo.

Tra i gialli, il più loquace dopo Provenzano é Gabriele Squassabia (frequenti i suoi scontri dialettici con Longfils); Paola Radaelli interviene quando si parla di argomenti legati al sociale, così come ad Alessandro Della Casa sono delegati quelli sulla cultura. Maddalena Portioli, vice presidente del consiglio, a volte è chiamata a fare il vice capogruppo.

Anche In Sinistra italiana gli argomenti vengono suddivisi tra Banzi e Bassoli, ma è sul primo, il capogruppo, che grava il peso maggiore. Sul fronte delle minoranze, anche l’azzurro Gorgati spesso è protagonista del dibattito, mentre tra i leghisti è la capogruppo Cappellari ad annoverare il miglior minutaggio al microfono rispetto al collega Zera, anche se non è raro che su certi argomenti, come l’ambiente, si odano entrambe le voci, segno che nel gruppo non c’è una visione unitaria. Tra i bulbarelliani, è Irpo che spesso fa le veci del capogruppo al posto di Paola Bulbarelli, mentre Catia Badalucco interviene col contagocce. Anche tra i Cinquestelle ci si suddivide i compiti: il capogruppo Annaloro parla di più rispetto al collega Tonelli, vice presidente del consiglio, ma non è raro che entrambi si esprimano su argomenti importanti. Solitamente pacato, Annaloro ha guidato l’ultima protesta delle mascherine fino a fasi portare fuori di peso dalla Polizia locale. Alberto Grandi (Comunità e territori) e Luca de Marchi (misto) garantiscono almeno un intervento a seduta. E sempre elettrici.
 

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